La
storia di quello che è e sarà il primo e ultimo album dei Corelia rimarrà
tra le più amare e disgraziate dell'epoca del crowdfunding. Quella che nelle intenzioni doveva essere una mastodontica ed epica opera prima di oltre novanta minuti, a causa di eventi fuori controllo si è trasformata in una gigantesca occasione mancata oltre che una dura perdita di credibilità della band nei confronti del proprio pubblico. Ma veniamo ai fatti.
Dopo essersi
creati una solida fanbase e reputazione con l'EP Nostalgia nel 2011, il quintetto californiano annunciò una campagna Indiegogo
per realizzare un ambizioso doppio album di debutto. Nel 2015
l'ammontare del contributo dei fan arrivò alla considerevole cifra di
oltre 30.000 dollari, una somma ben al di sopra di quanto richiesto dai
Corelia. Tutto secondo i piani quindi, si penserà. Non proprio. Il
gruppo per circa un anno mantenne le comunicazioni con i finanziatori
per poi sparire nel nulla e non dare più notizie sulla progressione dei
lavori, facendo naturalmente imbufalire coloro che avevano anticipato il
denaro per un'opera che sembrava a questo punto non esistere. Ma quella
che appariva una truffa a tutti gli effetti ha avuto quest'anno un
seguito inaspettato. I Corelia sono infatti riapparsi ad aprile con un
comunicato che in pratica spiegava che la produzione dell'album aveva dovuto stopparsi improvvisamente a causa della salute mentale di un
membro del gruppo il quale, a quanto pare, era l'unico in possesso delle tracce
individuali degli strumenti e negli stadi finali dei lavori ha cessato
ogni rapporto comunicativo con loro, rendendo di fatto impossibile il completamento
dell'album.
A far uscire allo scoperto la band è stata una trollata
partita da una pagina Facebook fittizia chiamata "Corelias", attraverso la quale un sedicente ex membro del gruppo, poi rivelatosi un produttore de Los Angeles, dichiarava che avrebbe reso
pubblico l'album. Vera o falsa che fosse tale affermazione i Corelia ci sono cascati e tornati quindi operativi dopo quattro anni di silenzio con un post su Facebook nel quale spiegavano finalmente cosa era successo. Una volta scoperto l'inganno, comunque, si sono decisi ugualmente a rendere disponibile una versione demo (poi rimasterizzata da un fan) di New Wilderness,
promettendo anche di fare il possibile per rimborsare i fan delle somme
versate, o almeno ciò che ne resta.
Quello che possiamo ascoltare è un
prodotto comunque vicino al suo stadio finale e i brani che emergono sono abbastanza definiti da far rimpiangere veramente che New Wilderness non riuscirà a vedere la luce
nella sua forma compiuta. Anche in tale versione il disco si mostra di
grande spessore, oltre che un'opera gigantesca e ambiziosa che racchiude
tante sfaccettature che girano attorno al prog metal, dal djent al math, dal technical al
thrash, dal power alla fusion. Per questo, nonostante la sua lunga durata, New Wilderness rimane godibile e soddisfacente, mentre in ogni brano si trovano idee differenti e un'alta qualità tecnica e compositiva, a
partire dalla voce limpida e stentorea di Ryan Devlin. Veramente un
peccato per i Corelia chiudere la loro storia in un modo così amaro: tra
spreco di talento, fan delusi e un album non completato che li avrebbe
potenzialmente proiettati tra i nomi di punta del prog metal.
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