venerdì 1 novembre 2019

Altprogcore November discoveries


Le Hail Your Highness sono due sorelle del Michigan, Jessie e Niki Bobenmoyer, che hanno iniziato a scrivere e registrare i loro demo nel proprio garage fino a che il progetto ha preso le sembianze di un gruppo che ha cambiato formazione molte volte. Jessie e Niki adesso portano avanti il progetto Hail Your Highness da sole con le proprie forze dividendosi in una produzione prolifica di EP e singoli dei quali gli ottimi Duality e Parallel sono usciti quest'anno. Il loro è un rock potente ed emozionale che mischia vari elementi tra emo, post hardcore, hard rock e pop.


Se amate i 22 c'è un'altra band norvegese che dovreste ascoltare, cioè i Maraton. E non solo perché da qualche tempo i due gruppi condividono lo stesso cantante Fredrik Klemp, ma le atmosfere di Meta hanno molti punti stilistici in comune con i 22, basta l'ascolto del singolo Prime per esserne convinti.



Gruppo progressive metal danese, i Feather Mountain hanno appena esordito con Nidus che mantiene un forte legame con le atmosfere che le band del prog scandinavo hanno approfondito negli ultimi dieci anni, con in più qualche ammiccamento non tanto velato ai Tool.



Formati dal chitarrista belga Jo De Geest, i John Ghost si presentano come un ensemble di sei elementi che spazia tra il jazz e la post classica, citando loro stessi Steve Reich, John Hollenbeck, Nils Frahm e Jaga Jazzist come influenza.



Quartetto strumentale di Denver costituito circa un anno e mezzo fa, gli Dang'O raccolgono nel primo EP Mitad i primi frutti della loro esperienza insieme e danno prova di un prog jazz molto piacevole e rilassato.



Koyomi è una band di math roch di Parigi che realizza oggi quello che sarà il suo primo e unico album Taming The Tyrant. Conosciuti attraverso i Town Portal, con i quali hanno suonato live nel 2015, il disco è stato anche mixato da due componenti del trio strumentale danese.



I Gospel sono un'oscura prog hardcore band di New York firmataria dell'unico album The Moon Is A Dead World (2005) che nel tempo è diventato un vero e proprio culto, osannato pure da quei barbosi di Pitchfork. I Gospel si rifecero vivi nel 2010 con il singolo Tango per poi sparire ancora, ma pare che stiano per tornare sulle scene con del nuovo materiale.



Oltre alla chiara influenza dei The Dear Hunter e Coheed & Cambria nella loro musica, i The Morgana Phase si sono cimentati in una analoga avventura discografica iniziando una saga a carattere concept di cui questo II: The Eyes of Time è intuibilmente il secondo capitolo. Magari con una produzione più ricca e oculata potrebbero creare qualcosa di memorabile.

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