venerdì 22 novembre 2019
A Formal Horse - Here Comes A Man From The Council With A Flamethrower (2019)
Abbiamo dovuto aspettare quasi sei anni per il debutto full length degli inglesi A Formal Horse, ma ne è sicuramente valsa la pena. Here Comes A Man From The Council With A Flamethrower viene finalmente pubblicato dopo tre ottimi EP di avant prog che Russell Mann (basso), Benjamin Short (chitarra) e Mike Stringfellow (batteria) avevano registrato tra il 2014 e il 2017, prima con la cantante Francesca Lewis ed in seguito con Hayley McDonnell, che poi è l'attuale voce del gruppo. L'album non solo ha il pregio di esporre e sintetizzare quanto gli A Formal Horse avevano sinora raggiunto artisticamente con i tre EP, ma aggiunge una nuova maturità espressiva al loro repertorio che, per le inconsuete partiture art rock, si attesta in una zona privilegiata in continuità a gruppi interessanti e originali come MoeTar e Bent Knee, aggiungendovi un pizzico di abrasività crimsoniana.
Nonostante le sedici tracce Here Comes A Man From The Council With A Flamethrower è un lavoro che rientra in una durata contenuta di circa 45 minuti e anche i brani al suo interno sono studiati in base a questa prospettiva. Piccoli pezzi, alcune volte delle miniature, unite dallo stesso mood elettrico, che molto spesso sembrano confluire l'uno nell'altro per completarsi a vicenda. E' consigliabile quindi ascoltare il disco nella sua interezza e senza interruzioni, per assaporare al meglio la coerenza con cui la band è in grado di declinare la propria formula senza mai cedere il passo alla noia.
Il suond ritmicamente ed esteticamente si rivolge al math rock, sia per quanto riguarda basso e batteria sia per i riff e i groove spigolosi tessuti dalla chitarra. In questo caso vale la pena ricordare che gli A Formal Horse nascono quasi più che altro come piccolo ensemble strumentale, facendo sfoggio delle proprie abilità che prendono idee tanto dal rock quanto dalla classica contemporanea. Il contributo vocale della bravissima McDonnell non è altro che la ciliegina sulla torta in un disco dalle qualità ineccepibili. Tutto il prog moderno avrebbe bisogno di più band come gli A Formal Horse per mantenere gli standard qualitativi del genere sopra la media.
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