mercoledì 20 novembre 2019

A decade in review: The 100 best albums of the 2010s (Part II)

PART II

Con questa seconda parte dei migliori album del decennio (che segue quella pubblicata alcuni giorni fa) raggiungiamo la quota dei primi 50 e quindi già una ragguardevole serie di nomi credo si farà viva di nuovo nei vostri ricordi, artisti o album che magari avevate dimenticato e che sui quali vorrete rimettere le orecchie. Di grande anticipazione è che iniziano a comparire i primi dischi meritevoli del 2019, ma ce ne saranno altri naturalmente.



75. CASPIAN
Dust And Disquiet (2015) 
Il post rock dei Caspian è uno dei migliori in circolazione e Dust and Disquiet è il loro capolavoro


74. THE DEAR HUNTER
Migrant
La svolta pop di Casey Crescenzo è altrettanto capace di regalare melodie senza tempo



73. PARAMORE
Paramore (2013)
Dopo l'abbandono dei fratelli Farro i Paramore hanno tirato fuori il miglior album della loro carriera. Un giusto equilibrio di pop rock, emo e alternative.




72. HRVRD
 From the Bird's Cage (2013)
Partiti come cloni dei Circa Survive, gli HRVRD adottano uno stile personale e maturo fatto di  groove ipnotici e impasti elettrici dai toni caldi e spaziali. Un grande prova di scrittura che va assaporata lentamente




71. BON IVER
22, A Million (2016)
Nel suo imprevedibile cambio di genere Justin Vernon è riuscito a produrre anche un nuovo prototipo di folktronika e glitch pop


70. LETLIVE.
The Blackest Beautiful (2013)
Il post hardcore degli anni '10 riparte da qui



69. CAR BOMB
Meta (2016)
L'album mathcore definitivo


68. PANIC DIVISION
Eternalism (2012)
La perfetta visione futuristica della synthwave anni '80 




67. STROBES
Brokespeak (2016)
L'elettronica sperimentale unita al math rock non ha mai suonato così bene



66. MARILLION
Sounds That Can't Be Made (2012)
Dopo molti album, qualche passo falso, i Marillion entrano nel decennio con un lavoro ispiratissimo


65. KARNIVOOL
Asymmetry (2013)
Un lavoro per alcuni aspetti controverso, ma l'unico album prodotto dai Karnivool in questo decennio va inserito a prescindere 


64. BAT FOR LASHES
The Haunted Man (2012)
 Natasha Khan è ugualmente talentuosa nel pop sofisticato quanto nelle scelte per renderlo interessante e meno convenzionale





63. LINES IN THE SKY
Parallel Travel (2016)
Una delle migliori scoperte del decennio. Se gli Enchant e i Rush avessero degli eredi dovrebbero essere loro



62. THE VELVET TEEN
All Is Illusory (2015)
Come per i Karnivool, l'unico album prodotto dai The Velvet Teen in questo decennio va inserito a prescindere


61. COHEED AND CAMBRIA
The Afterman: Ascension (2012)
La prima parte di un concept che segna un gran ritorno d'ispirazione per Claudio Sanchez




60. GREAT GRANDPA
Four of Arrows (2019)
Un album indie rock che non sbaglia un colpo mai ripetitivo o scontato




59. SKY WINDOW
Space. (2019)
Si potrebbe chiamare fusion, ma gli Sky WIndow aggiungono impasti psichedelici fatti di space rock, drum n' bass, acid jazz e lounge siderale. Perfetto e sublime.




58. HAPPY BODY SLOW BRAIN
Dreams of Water (2010)
Un nuovo genere chiamato groove rock si incontra con l'emo




57. BLIS.
No One Loves You (2017)
Se i Sunny Day Real Estate fossero ancora insieme probabilmente suonerebbero così



56. SIX GALLERY
Breakthroughs in Modern Art (2010)
Tra i pionieri del math prog, questo rimane uno dei migliori esempi del genere



55. THREE TRAPPED TIGERS
Silent Earthling (2016)
Il math rock 2.0



54. CULT OF LUNA + JULIE CHRISTMAS
Mariner (2016)
 Questo album è come una visione onirica del metal, un viaggio nella quarta dimensione, un trip spaziale in cui si coagulano psichedelia, progressive rock, post rock e shoegaze




53. FROM INDIAN LAKES
Absent Sounds (2014)
Una collezione di dream pop intriso di emo assolutamente impeccabile




52. EIDOLA
Degeneraterra (2015)
Un monumento allo swancore, o semplicemente il disco da far ascoltare a qualcuno che vuole capire cosa sia l'experimental post hardcore




51. KINDO
Happy However After (2018)
 La svolta dei The Reign of Kindo è un upgrade di funk, disco, ritmiche sudamericane e fusion, non perdendo di vista le svolte tematiche e altri trucchi del prog. Non saremo ai livelli del primo album, ma Happy However After reinventa il sound della band in modo clamoroso


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