sabato 5 marzo 2022

Cold Night For Alligators - The Hindsight Notes (2022)

Con i primi due album i danesi Cold Night For Alligators si erano presentati come nuovi paladini del metalcore imbevuto di math rock e prog, ma guidati da dettami estetici decisamente aggressivi, a partire dalla voce di Johan Pedersen. Per questa terza prova dal titolo The Hindsight Notes il quartetto ha deciso di deviare leggermente e, anche se dal lato strumentale rimane fedele alle sue premesse, la novità è che Pedersen abbandona quasi del tutto i toni harsh dell'hardcore e adotta un registro clean, scelta che permette al gruppo di aprirsi ad orizzonti più accessibili, ma rimanere ortodossi all'estetica djent-metalcore.

L'album viene comunque aperto dai toni da ballad soft metal di Behind Curtains che, con il suo solenne chorus, si attesta già come miglior pezzo del lotto e imposta il tono generale. Quindi anche No Connection prosegue su coordinate non eccessivamente aggressive, mentre i Cold Night for Alligators preferiscono lasciare esplodere il pathos e la potenza nei ritornelli. La formula viene ripetuta in pezzi come Verism e Thin Line e in tutto questo notiamo come la band si identifichi con strutture che rispettano la forma canzone, lasciando da parte possibili variazioni e concentrandosi su esecuzione tecnica e arrangiamenti.

Interessante l'uso delle tastiere che si abbinano e amalgamano con la chitarra le quali, se in altri gruppi djent possono essere subordinate e del tutto assenti e surrogate da chitarre che producono tappeti atmosferici, in questo caso le sonorità scelte sono vicine ai synth new wave anni '80, che in alcuni momenti li fanno somigliare ai loro conterranei VOLA (in particolar modo su Adjust). Logicamente questo aspetto non è predominante, a dominare sono le poliritmie reminiscenti di djent e math rock e la melodrammaticità espressa dall'insieme, che talvolta viene arricchito anche da archi (Water) o ritorna alla visceralità brutale (Nostalgic, Worn Out Mannequin). The Hindsight Notes segna un passo verso una nuova direzione e lo fa con dei pezzi dalla felice ispirazione ma, data la loro natura,  rivolta ad un genere che fa della componente tecnica e complessità una buona parte della sua cifra stilistica, forse osare un po' di più non avrebbe guastato.

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