domenica 28 marzo 2021

Emily Steinwall - Welcome To The Garden (2021)


Emily Steinwall è una giovane sassofonista canadese, di Toronto per la precisione, della quale sono venuto a conoscenza grazie al fatto che il chitarrista Joey Martel dei Parliament Owls fa parte della sua band. La Steinwall è attiva da diverso tempo come solista e come membro* di altre band nella scena jazz della sua città natale, fino a che, dopo qualche singolo e un EP registrato dal vivo nel 2018 dove mostrava le proprie capacità, è arrivata adesso all'esordio su disco con Welcome To The Garden. Come lei stessa spiega, il titolo, la title-track e un po' tutto l'album, prendono ispirazione dall'essere interconnessi con ogni cosa che ci circonda sulla Terra e percepire l'amore per la nostra esitenza su questo universo.

La Steinwall quindi, con molta grazia, cerca di riprodurre una musica che dia voce ai suoi sentimenti più profondi, che scaturiscono immediatamente in apertura con una title-track a dir poco intensa. Il pezzo, attravesro un inizio e un finale dall'atmosfera mistico-gospel, ci introduce ad un tour de force di dieci minuti dove la Steinwall prende le sembianze da sacerdotessa di un lento rituale blues rock che fonda la sua essenza in un costante crescendo, dove l'arrangiamento aggiunge sfumature strumentali ad ogni ripetizione tematica, fino a raggiungere l'apoteosi climatica nell'assolo di sax dell'autrice. Basterebbe questo pezzo per assicurarsi un riconoscimento di stima incondizionata.

Ma Welcome To The Garden, continua, ha altro da offrire, e il brano che arriva dopo, Bloom, sopisce la tensione accumulata dalla title-track in ampi spazi crepuscolari e avvolgenti, grazie a ritmiche cullanti e fraseggi con progressioni di piano che volteggiano tra jazz e dream pop. Il breve bozzetto di jazz ballad Late Night Romantic è il preludio alla seconda parte dell'album che attraversa vari caratteri della tradizione popular statunitense: da diligente studiosa la Steinwall incorpora nel suo perimetro stilistico folk, soul, jazz, riletti con la duplice natura che la caratterizza, ora come cantautrice ora come performer. Ma soprattutto in Welcome To The Garden emerge la capacità dinamica, esecutiva e d'arrangiamento della Steinwall, ben supportata dal suo gruppo di musicisti, per una collezione di brani che, senza la stessa interpretazione, avrebbero rischiato di naufragare nell'anonimato di altre proposte prive di originalità.

(*mi scuso per l'utilizzo del sostantivo maschile per riferirmi ad una donna ma, in questi tempi di politicamente corretto esasperato, non si sa mai. E poi, anche volendo, "membra", oltre ad essere il suo corrispettivo plurale, assumerebbe tutt'altro significato. Buon ascolto a tutt*).

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