lunedì 24 febbraio 2020

Galia Social - Rise (2020)


Si è parlato più volte di come generi ruotanti attorno alla prog fusion, strumentale e non, abbiano il forte rischio di ripetersi a causa del proliferare di dotati giovani chitarristi che, seguendo il percorso tracciato da Plini (giusto per fare uno tra i nomi più popolari), si sono proposti con un sound molto moderno che miscela math rock, prog metal e neo soul. Su quei territori si erano mossi nel 2014 anche i Galia Social, duo della Florida formato da Christian Logaglio (chitarra) e Colby Peters (batteria), quando pubblicarono un EP interamente strumentale di tre tracce le quali riconducevano a quella smooth math fusion che suona oggi Ben Rosett e al dinamismo più funambolico degli Strawberry Girls.

A distanza di cinque anni da quell'EP, i Galia Social si presentano per il proprio esordio discografico con un sound totalmente rivoluzionato, che attinge come spunto dalle premesse appena citate e le espande a dismisura, verso satelliti lanciati nell'ignoto in cerca di nuovi segnali e stimoli per le nostre orecchie. Rise è un iperbolico viaggio nella fusion progressiva con agganci neo soul, che possono provenire dalle contaminazioni pop dei Dirty Loops quanto dai virtuosismi degli Arch Echo, per dare forma ad un sound sognante, avvolgente, cool e intensamente jazz futurista. In pratica se cercavate un disco che avesse la forza di portare una ventata di aria fresca nell'oceano di proposte guitar fusion, Rise è l'album che stavate aspettando: magnifico sotto ogni aspetto (produzione, arrangiamenti, abilità tecnica e potenza melodica), godibile dalla prima all'ultima traccia (in quanto si fondono senza soluzione di continuità) e un assoluto gusto per progressioni non ortodosse.  

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