venerdì 31 marzo 2017

Schooltree - Heterotopia (2017)


Lainey Schooltree, tastierista, cantante, produttrice, nonché leader dell'omonima band, è un nome ancora nuovo nell'ambiente del progressive rock, ma credo che con il suo nuovo album Heterotopia saprà farsi notare. Il gruppo è stato messo insieme nel 2013 in occasione della pubblicazione dell'album Rise, un viaggio dalle caratteristiche cantautorali nella vena di Kate Bush e Tori Amos, ma la Schooltree aveva già esordito nel 2011 con un lavoro in proprio dal titolo My Metal Mother. Dopo Rise qualcuno le ha fatto notare che la sua musica dai connotati teatrali sarebbe stata perfetta per essere adattata ad una rock opera e la Schooltre, senza farselo ripetere due volte, per la sua terza prova ha deciso di cimentarsi in un lavoro decisamente più ambizioso.

Con l'aiuto dei suoi fan, tramite una raccolta fondi su Kickstarter, ha prodotto una monumentale opera rock che si espande su due CD, attingendo dalla miglior tradizione del rock progressivo passato e presente. Un work in progress che è durato tre anni nei quali la frontwoman ha buttato giù varie idee e bozze, molto spesso insoddisfacenti e ricominciando quindi tutto da capo. Fino a che un amico gli ha suggerito di scrivere qualcosa di personale che si ispirasse alla sua vita. Mischiando realtà e finzione, Heterotopia è presentato come un fantasy metafisico e metaforico il cui soggetto è Suzi - una cantante rock nella quale non è difficile scorgere l'alter ego della Schooltree - e il suo viaggio fuori dal proprio corpo attraverso un mondo parallelo creato dall'inconscio collettivo, in cui si confronterà con svariati personaggi prima di tornare indietro. Se la linea guida della trama vi ricorda qualcosa non vi sbagliate, dato che la stessa Schooltree dichiara di essersi ispirata a classici come The Lamb Lies Down on Broadway e The Rise and Fall of Ziggy Stardust.

L'idea di optare per una rock opera è nata nella Schooltree, come dicevamo, anche a causa della natura teatrale della sua musica e Heterotopia mantiene tale aspetto anche se lo proietta in un contesto molto più strutturato, prendendo inoltre a piene mani ispirazione dal classico viaggio di iniziazione teorizzato da Joseph Campbell e creando intorno ad esso una mitologia di personaggi fantastici del tutto inediti. Il titolo è invece un neologismo coniato dal filosofo francese Michel Foucault che starebbe a rappresentare quegli spazi connessi con il reale e a cui attribuiamo molteplici significati, ma che allo stesso tempo annullano la nostra dimensione creandone una fittizia, come possono essere ad esempio gli specchi, i cimiteri, i cinema, i manicomi o le prigioni. Ed infatti Heterotopia ha anche a che fare con la morte, la perdita e la follia.

Nonostante le premesse, l'album non si perde in lunghe suite o brani complessi per tutta la sua durata, ma è costituito da molte tracce che potrebbero funzionare anche se prese singolarmente in quanto la musica è un buon compromesso tra le meticolose sonorità prog e un approccio più diretto che snellisce le strutture attraverso lo stile cantautorale della Schooltree già in parte presente su Rise. Quest'ultimo aspetto prende decisamente un maggiore spazio nel secondo atto, ma nei quasi cento minuti di Heterotopia l'equilibrio tra le due parti stilistiche viene gestito in modo da soddisfare anche chi non fosse avvezzo alle elucubrazione progressive. Un gusto per l'art pop, il classic rock e il chamber rock traspare e fa parte dell'apparato costituente di ogni traccia, il fatto che poi la Schooltree sia di base una tastierista offre un ampio spettro nell'utilizzo di sintetizzatori e timbri che riprendono i classici suoni dell'estetica prog. Il pregio di Heterotopia è però quello di non cercare di ricalcare quelle arie degli anni '70 come molti gruppi neo prog e prog sinfonici, ma di mantenere l'identità di scrittura da cantautrice della Schooltree e applicarvi una concezione moderna di progressive. Come impostazione base del concept, se si volesse citare il caso più celebre degli ultimi anni in ambito prog, verrebbe in mente Snow degli Spock's Beard, anche se i risultati ottenuti dalla Schooltree mi sembrano superiori per coerenza e omogeneità.



http://schooltreemusic.com/

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