venerdì 5 agosto 2016

Sianvar - Stay Lost (2016)



Sianvar è una band che potremmo definire un supergruppo, nata da un collettivo di musicisti che ruota attorno al mondo del post hardcore progressivo nella scena indipendente americana, associati ad un nuovo sottogenere chiamato "swancore" che prende il nome dal chitarrista Will Swan e soprattutto dalla sua etichetta discografica Blue Swan Records che produce e realizza la maggior parte degli album collegati a questo sottogenere (un po' pretestuoso comunque). I membri dei Sianvar sono Donovan Melero (alla voce) dagli Hail the Sun, Will Swan (appunto) dei Dance Gavin Dance alla chitarra, Sergio Medina degli Stolas alla chitarra, Joseph Arrington e Michael Arrington (che qualcuno ricorderà anche come solista con il nome alone.) degli A Lot Like Birds alla batteria e al basso rispettivamente. I Sianvar avevano esordito ormai due anni fa con un omonimo EP dopo il quale il gruppo non aveva assicurato nulla per il futuro, lasciando il sodalizio in sospeso, dato che i cinque membri, comprensibilmente, erano impegnati nelle rispettive band. 

Quindi, con una specie di sorpresa, il progetto ha partorito un primo full length in uscita oggi dal titolo Stay Lost e con la cover art realizzata da Colin Frangicetto dei Circa Survive. Sebbene il termine supergruppo viene volentieri associato a band con membri famosi, i Sianvar questo appellativo se lo conquistano sul campo con un album che è una bomba e di gran lunga superiore a una qualsiasi uscita dei gruppi dai quali provengono originariamente. Nel senso più positivo del paragone, Stay Lost è un surrogato di The Mars Volta e Circa Survive e, se solo amate una di queste band, adorerete ciò che hanno tirato fuori i Sianvar come fosse un nuovo classico. Al suo interno ci sono delle idee e sonorità pazzesche a partire da BadRoots, imbellettata da ritmiche convulse e spore psych derivanti dal periodo The Bedlam in Goliath di Mars Volta, oppure i groove di pop sincopato di Coordinate Love che pare un inedito dei Dance Gavin Dance.

Non si pensi a Stay Lost come ad un album cervellotico, esso assume le forme sintetiche degli Hail the Sun e i chorus poderosi dei Circa Survive, senza tralasciare una continua ricerca che, in una media di durata di tre minuti e mezzo, porta i brani ad evoluzioni e avvitamenti continui. Concludendo, perché Stay Lost si eleva sopra i singoli progetti dei cinque musicisti? Per la sua inventiva, perché la sezione di Arrington e Franzino è un fuoco di fila bombardante e matematico come non se ne sentiva da tempo, perché Swan e Medina si integrano così bene tra loro, nei tanti registri di chitarra usati, da farli sembrare diluiti in un unico continuum e perché Melero ha raggiunto la maturità come performer vocale, nonostante il fardello di assomigliare moltissimo ad Anthony Green (ma quella, però, non è colpa sua).




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