I MoeTar sono stati un interessante meteora nel panorama prog, durati lo spazio di dieci anni e responsabili di due album in studio caratterizzati da avant rock barocco ai confini col math pop. I due principali responsabili della sigla sono stati la coppia, sia artistica che nel privato, del polistrumentista Tarik Ragab (basso, tastiere, chitarra) e della cantante Moorea Dickason, i quali hanno proseguito il sodalizio sotto il nome di Raze the Maze e pubblicando un primo album omonimo nel 2019, di cui ora esce il seguito dal titolo 7am Dream. In questo nuovo progetto il duo ha preservato l'approccio avventuroso e stimolante alla materia pop, affrontando la composizione con lo stesso piglio tortuoso e imprevedibile, la direzione però stavolta è più diretta e diluita, come a cercare applicare una sintesi alla stessa formula.
7am Dream presenta così dieci tracce molto coerenti e dalla costruzione simile, sia dal punto di vista stilistico sia da quello della breve durata (tant'è che per il minutaggio totale sarebbe più corretto parlare di mini album): gusto costante per ritmiche elaborate, tastiere che riprendono il concetto di minimalismo e lo applicano ad una cornice elaborata e la voce dotata della Dickason che gioca con polifonie e armonie stratificate in un rimando ai vertiginosi ricchi artifici dei Queen. Le canzoni si esauriscono in modo conciso, ma ciò non impedisce di trovare tanti spunti e dettagli al loro interno per quanto l'architettura risulta densa. I Raze the Maze producono quel tipo di pop rock bizzarro e ricercato abbastanza fuori dagli schemi da proseguire la tradizione di band come XTC e Jellyfish che hanno sempre elevato il pop grazie ad arrangiamenti e soluzioni mai scontate.
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