mercoledì 1 dicembre 2021

Altprogcore December discoveries

 
Il quartetto di Guilford Giant Walker nasce dalle ceneri dell'alternative metal band Xero. Praticamente con la stessa line-up il gruppo si presenta evoluto con il singolo The Fact In Fiction, nel quale i Giant Walker si sono fanno notare immediatamente per un potente heavy prog che si ispira a Karnivool, Black Peaks, Soundgarden e Deftones. Guidati dalla voce limpida ed espressiva della cantante Steff, il quartetto ha registrato e mixato l'album d'esordio di prossima pubblicazione con Chris Coulter (Arcane Roots, Jamie Lenman), scritto nei primi mesi del 2020 in pieno lockdown. 

 
The Arcadian Wild, pur non essendo una band prog, trattiene nel suo approccio al folk un modello polifonico e di progressioni armoniche avventuroso e sfaccettato. Isaac Horn (chitarra) e Lincoln Mick (mandolino) sono i due principali membri intorno a cui negli anni hanno ruotato altri musicisti. Il loro secondo album Finch in the Pantry (2019), al quale è seguito quest'anno l'EP Principium, è veramente valido. Non propriamente prog, ma indie folk che sconfina nell'art pop, che probabilmente piacerà ai fan di Half Moon Run, Miracles of Modern Science e pure Dave Matthews Band.  


Il tastierista Johnny Manchild - al secolo Jonathan Garrett - and the Poor Bastard, sono un ensemble di alt rock con influssi jazz attivo dal 2017. Il proposito di Manchild/Garrett era dare al suo rock pianistico un maggior respiro da big band così, ad una line-up classica che include Ethan Neel (batteria), James Thompson (basso), Chris Lashley (chitarra), si sono aggiunti i fiati di Ben Wood (tromba) e Logan From (sax). Johnny Manchild and the Poor Bastard hanno quindi prodotto due album e un EP infusi di pop, swing e un tocco di cabaret teatrale che va a ricoprire il tutto come una glassa di tanti colori. L'ultimo album in studio da poco pubblicato, We Did Not Ask For This Room, aggiunge una sferzata emo prog al sound già collaudato, riprendendo certi accenti di molte band che hanno fatto, o fanno parte, dell'universo alt prog Nordamericano come The Dear Hunter, The Venetia Fair, Bend Sinister, i primi Envy on the Coast e perfino The Reign of Kindo negli aspetti più pop jazz. Diciamo che i richiami sono tanti, poiché in questo lavoro il gruppo ha dato sfogo a molti spunti tematici e melodici che vanno a dispiegarsi per 15 tracce.   
 

 

Nel suo esordio risalente a due anni fa, il giovane tastierista e batterista David Hale sembra che abbia mangiato pane e Genesis (e infatti se andate a controllare il suo canale YouTube straripa di 'drum playthrough' del gruppo). Ascoltando Hale Damage (che ho preferito postare al posto dell'ultimo uscito quest'anno, dove il ragazzo cambia prospettiva musicale e vira verso l'electro pop) tutto, dalla produzione ai suoni, sembra ricalcare il periodo intermedio dei Genesis, ovvero quando il testimone di frontman passò nelle mani di Phil Collins. Se siete amanti di quell'estetica, non potete esimervi dall'ascoltarlo. 
 

 

Kosmodome è il progetto musicale dei fratelli Sturle Sandvik (chitarra e voce) Severin Sandvik (batteria) che fanno il loro ingresso nell'etichetta norvegese Karisma Records e nel mondo del prog con questo primo omonimo album. Kosmodome è un piacevole viaggio musicale tra passato e presente, psichedelia con influssi hard e stoner alla maniera dei Motorpsycho e dei recenti Monstereo. 

 
 
Il chitarrista dei Vulkan Christian Fredriksson fa il suo esordio da solista sotto il nome di Solum con l'album Encountering Murk. Il contenuto strumentale somiglia molto a ciò che è il prodotto della tradizione prog scandinava moderna. Mood malinconico e leggermente elegiaco alla maniera di White Willow, Wobbler, Jordsjø e Gösta Berlings Saga.

 

Grazie al chitarrista Ossi Maristo (del quale ho parlato nelle scoperte di novembre) ospite dell'album Proceed, sono venuto a conoscenza del duo finlandese Grand Discovery, dei fratelli Panu-Pekka Rauhala (tastiere) e Tuomas Rauhala (batteria), presenta un prog jazz a forti tinte fusion e qualche deviazione nel metal. Ovviamente l'indirizzo è tastieristico, ma non mancano virtuosismi da parte di tutti i numerosi competenti ospiti che vanno a completare la ricca line-up.

2 commenti:

Stefano ha detto...

Hai ascoltato l'esordio dei Perfect Storm? Sembrano i District 97 in versione AOR anni '80, tra le altre cose

Lorenzo Barbagli ha detto...

No, devo ascoltarli ;)