martedì 3 agosto 2021

Michael Woodman - Psithurism (2021)

L'isolamento sociale imposto dalla pandemia ha agevolato l'individualismo di molti artisti costretti, per forza di cose, a lavorare in solitudine e non in gruppo. Michael Woodman frontman dei Thumpermonkey, una delle band più originali e stimolanti della scena progressiva contemporanea, si è dedicato così al suo primo progetto solista che è scaturito in questo EP di cinque tracce, dal titolo Psithurism, in uscita il 6 agosto. La strada che ha portato a Psithurism per Woodman non è stata inizialmente facile, reduce da una delicata operazione all'orecchio destro in seguito ad una diagnosi di disturbo cronico dell'udito, il chitarrista ha continuato a impegnarsi nella scrittura per tutto il 2020, dopo l'esito positivo dell'operazione.

"Volevo creare qualcosa che suonasse il più caldo e organico possibile" - dice Woodman - "ma ovviamente le restrizioni imposte dal lockdown significavano che questo qualcosa doveva iniziare la sua vita tramite un computer." A quel punto Woodman ha coinvolto altri musicisti che gli permettessero di dare vita ai suoi demo e skecth, chiamando alla batteria l'ex Cleft John Simm, Sam Warren al basso (Guapo/Thumpermonkey) e Josh Perl dei Knifeworld al sassofono.

L'atmosfera di Psithurism si fa ancora più surreale e ultraterrena rispetto ai Thumpermonkey, fin dall'intro che instaura il requiem per solo voce e chiatarra di Sacramento. Portato avanti da arpeggi sinistri ma allo stesso avvolgenti, Woodman crea una sensazione di straneamento come fosse una proiezione astrale verso una dimensione parallela. L'ideale per trasportarci nel mondo di Psithurism, immediatamente va a collegarsi senza soluzione di continuità a Petrichor, pezzo guidato da un sinistro groove di basso che prende forma poco a poco, sfociando in un claustrofobico riff che viaggia incontro a paesaggi space rock. Petrichor è anche accompagnato da un video che per esplicito suggerimento di Woodman, voleva rifarsi ai colori e alla grana del film Mandy di Panos Cosmatos.

In particolare il folk horror inglese degli anni '70 e le suggestioni di storie macabre hanno ispirato i temi lirici e musicali di Psithurism. Cloned in Error è un'altra cervellotica canzone che si squarcia in due movimenti, il primo molto simile allo spirito degli ultimi Thumpermonkey, pervasa da accordi sempre sull'orlo della tensione di esplodere. La seconda invece arriva inaspettata come una liberazione: psichedelica, soave e corale. The Levitant smorza per un attimo l'atmosfera elegiaca e si dedica ad una quieta ballad con risvolti colti art rock e, a tratti, condita con sapori melodici da anni '60. L'ultima traccia Seachange si inerpica nuovamente nei territori trascendentali di Sacramento, ma questa volta lo fa mettendo in atto un intero concerto in crescendo, minaccioso e accogliente allo stesso tempo, sottolineato dal sax canterburiano di Perl.  

Psithurism è un'originale ragnatela di sensazioni contrastanti, inquadrate tra l'oppressivo e l'elevazione, che solo un artista personale e ancora troppo poco lodato come Woodman riesce ad orchestrare. Quindi la conclusione è semplice: se, come me, adorate i Thumpermonkey, amerete senza dubbio anche la peculiare offerta di Psithurism.

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