lunedì 27 aprile 2020

VAR - The Never-Ending Year (2020)


Per la densità demografica la piccola Islanda accoglie decisamente un gran numero di band al suo interno. I VAR sono una tra le ultime espressioni ad emergere dall'isola, anche se in verità il gruppo non nasce adesso con l'album The Never-Ending Year, ma la sua fondazione risale al 2013, come un progetto solista di Júlíus Óttar (voce, chitarra, piano) che ben presto inizia a collaborare con altri musicisti scelti tra amici e familiari: la moglie Myrra Rós (synth, voce), suo fratello Egill Björgvinsson (basso), Arnór Jónasson (chitarra) e Andri Freyr Þorgeirsson (batteria).

Nella prima fase la musica del gruppo assume contorni molti vicini al post rock calmo ed etereo dei Sigur Ros, culminando nell'album Vetur (2017). Con le defezioni di Myrra Rós e Andri Freyr, sostituito da Sigurður Ingi Einarsson, i VAR iniziano a riconsiderare il proprio sound, animando le dinamiche con maggior presenza ritmica ed elettrica, aggiungendo in più melodie più inclini all'indie rock piuttosto che al post rock. The Never-Ending Year lascia da parte droni, musica d'ambiente e ripetitività e si dedica più alla melodia ed a creare vasti e suggestivi paesaggi sonori intrisi di intensa dolcezza e asprezza che richiamano inevitabilmente la dicotomia della natura delle terre islandesi.

I processi di scrittura e di registrazione si sono consumati nell'arco di un anno, nel quale i VAR non solo hanno avuto modo di modellare il proprio sound con rinnovata ispirazione, ma si sono trovati anche a dover decidere se cambiare e utilizzare l'inglese come lingua per i testi, cosa che poi è avvenuta. Il lungo lavoro di calibrazione ha comunque ripagato i VAR con un album elettrico, orchestrale e solenne, un po' art rock e un po' pop, valido per tutte le stagioni, anche se inevitabilmente frutto di atmosfere tipiche delle lande nordiche. Un album che trasmette la malinconia dell'inverno, ma che scalda come un sole d'estate.

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