sabato 13 ottobre 2018

VOLA - Applause Of A Distant Crowd (2018)


Quando i VOLA si mostrarono sotto i nostri radar l'entusiasmo nei confronti della loro formula riguardava i contrasti provocati da pesantissimi riff djent in opposizione a suoni di synth elettronica che ne replicavano le direttive sonore, donando al prog metal un'aura da retrowave patinata in stile Mew. Tre anni fa, quando uscì Inmazes, nessuno o quasi aveva sentito parlare dei VOLA e il clamore di quel lavoro fu tale che da artisti autonomi e indipendenti si ritrovarono a scegliere varie offerte da parte di case discografiche e adesso Applause Of A Distant Crowd viene pubblicato dall'olandese Mascot Label Group.

In questa nuova prova però sembra che i VOLA abbiano avuto un gran timore di fare il passo successivo oppure, peggio ancora, si siano trovati confusi su quale modo proseguire. Tutto ciò che appariva gigante, eccessivo e spinto al limite su Inmazes, qui viene riproposto affievolito in favore di canzoni costruite intorno ad un ritornello (Alien Shivers ne è l'emblema). Il che non costituirebbe nulla di male, se questa priorità non avesse penalizzato la volontà di progredire nello sviluppo delle idee che avevano funzionato così bene su Inmazes. Quelle di Applause Of A Distant Crowd sono composizioni dove il ritornello è avvolto da un involucro vuoto cadendo pericolosamente vicino agli errori di quel tipo di pop che punta solo alla facile presa, privilegiando dal punto di vista compositivo solo quella parte destinata ad essere ricordata. Con questo non si vuole far intendere che VOLA si siano dati al mainstream, piuttosto che l'ostentazione intenzionale nel privilegiare la forma canzone abbia appannato quel senso di avventuroso che poteva fare la differenza.

Con tale paragone non si sta quindi criticando l'aver cambiato rotta verso lidi più accessibili perché non è così, ma solo la metodologia di lavoro. Certo, ritroviamo sempre e comunque quelle poliritmie alla Meshuggah, ma ormai chi è che non ne fa uso? Non bastano più questi espedienti per elevarsi al di sopra della massa e così, ad esempio, le prime tre tracce We Are Thin Air, Ghosts e Smartfriend si risolvono in qualcosa di irrisolto che ti fa pensare "tutto qui?". Avevo grandi aspettative per Applause Of A Distant Crowd ma la delusione più cocente è che esso non rappresenta né una nuova direzione né una fotografia istantanea di ciò che hanno prodotto sinora, ma un netto passo indietro.  


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