sabato 9 dicembre 2017

Glassjaw - Material Control (2017)


Riferendosi a Material Control il chitarrista Justin Beck e il frontman Daryl Palumbo parlano di un album dalla natura urgente, ignorante e acuta, registrato molto velocemente per mantenere intatte queste caratteristiche spontanee. Il terzo album in studio del duo di Long Island arriva a quindici anni di distanza dal seminale Worship and Tribute, un silenzio che era stato interrotto solo da qualche EP, l'ultimo dei quali, Coloring Book, sembrava segnare una nuova strada con influssi dub, vibrazioni caraibiche e il cantato più composto di Palumbo (che durante la pausa dei Glassjaw ha avviato nuovi progetti musicali come Head Automatica e Color Film, mentre Beck ha messo su famiglia e si è dedicato al business con il sito Merch Direct). Dopo tutto questo tempo quindi i Glassjaw avevano interrotto la stesura di nuovo materiale ed è forse anche per questo che Material Control non trabocca di inediti come ci si sarebbe potuto aspettare, visto che la sua durata non oltrepassa i trentasei minuti.

Material Control corrisponde proprio a quanto dichiarato dai propri autori: è un album grezzo, di una pesantezza ruvida portata all'eccesso, quasi nichilista, con brani a volte molto brevi e affilati come rasoi. Quello che stupisce, oltre alla selvaggia performance, è la chitarra di Beck che va ad implementare la già imponente barriera invalicabile di feedback e wah wah prolungati, creando una cacofonia di suoni indefiniti, un confusionario grumo elettrico privo di qualsiasi musicalità molto simile al rumore bianco della TV. Privandosi di riff o accordi rimane Palumbo l'unico motore melodico dei Glassjaw che comunque adatta la sua voce al contesto e si lascia trasportare dal flusso viscerale. Se il singolo di lancio Shiba è una nuova Cosmopolitan Bloodless dove ti aspetti che il suo ritornello parta da un momento all'altro, dimenticatevi invece cose come la seconda parte di Worship and Tribute, più sperimentale, quasi tutta dedicata ad un mistico post hardcore psichedelico, su Material Control anche i chorus che di solito si contrappongono alla furia portando distensione con un po' di melodia, vengono inglobati nel caos generale. Il risultato è la cosa più dura e monolitica prodotta dai Glassjaw.

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