martedì 4 luglio 2017

Twin Pyramid Complex - Jinx Equilibria (2017)


Nelle scoperte di altprogcore dello scorso ottobre avevo segnalato il gruppo svedese Twin Pyramid Complex che si presentava con un singolo (Cataracts), un demo e la promessa dell'arrivo di un album imminente. Bene, il 21 giugno è uscito il loro esordio dal titolo Jinx Equilibria ed è una delle opere più strane, fuori dagli schemi e coraggiose che abbia ascoltato ultimamente. L'accostamento musicale più vicino che verrebbe in mente è quello con i The Mars Volta (con un briciolo di The Season Standard) anche se qui si viaggia su latitudini ancora più folli ed estreme. Detta così sembra un'assurdità (come si fa ad essere più estremi dei The Mars Volta?), ma basta un semplice trucco per chiarire la posizione dei Twin Pyramid Complex. Fate mente locale e pensate alle varie fasi attraversate dalla discografia della band di Cedric Bixler Zavala e Omar Rodriguez-Lopez e, se provate a chiedervi a quale di queste potrebbero avvicinarsi di più stilisticamente, la risposta sarà: tutte insieme contemporaneamente.

Sin dalla cacofonia che apre Dogma Taxidermi i Twin Pyramid Complex si gettano in un caos organizzato che travolge come un'onda in piena e non arresta la sua tensione per la sua intera durata. Tesseractal Macro: Infinity's Culprit si confronta con tutto questo e anche di più: le stratificazioni sonore hanno un ché di vertiginoso inframmezzate da passaggi di puro rumore e astrazioni sperimentali. Nei momenti più concitati i cinque musicisti, che sono Lowe Marklund (voce, chitarra, basso, synth), Vladimir Skripnik (batteria), Maximilian Paaso (synth), Gi Monki (basso), Karl Westerlund (chitarra), sembrano un'orchestra avant-garde tra sintetizzatori prog, chitarre post punk e ritmiche math rock. Nei vari frammenti delle due parti di The Workhorse, che si uniscono formando un'unica suite, pare prendere forma la mitologia apocalittica marsvoltiana.

Ogni brano è un vero e proprio tortuoso tour de force, dipanandosi in durate estese e con molteplici e disorientanti cambi di tema, costantemente all'insegna del non rendere facile l'ascolto. Se Verisimilitude si spinge ai limiti della saturazione sonora, Apsis tenta di mettere ordine al tumultuoso sound con interventi acustici e trame quasi lineari che nella seconda parte si deteriorano tornando al progressive free form. Come una sfida anche i più contenuti Cyclisk e Night of a Billion Vesper non fanno sconti, gestendo una serie di labirintici anfratti sonori. Se la complessità della musica da sola non bastasse, a renderla ancora più schizzata ci pensa la voce di Marklund, tra psicotici falsetti e acuti. Quella dei Twin Pyramid Complex è una ricerca su piani sonori multipli che scavano ai limiti del post prog e pretendono dal fruitore una completa disponibilità a seguirli nelle varie diramazioni che si susseguono in un viaggio tutt'altro che semplice. Se si riesce a venir fuori da questo labirinto che è Jinx Equilibria ci si può sentire appagati proprio perché è come se i Twin Pyramid Complex ci ponessero sul loro stesso piano: un prodotto creato da musicisti preparati per ascoltatori preparati.



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