Non capisco perché nelle varie discussioni sul prog contemporaneo non compaia più spesso il nome dei District 97. Provenienti da Chicago tutti ormai ex studenti di musica con belle speranze, a loro si aggrega la cantante finalista di American Idol (edizione 2007) Leslie Hunt e riescono nell'impresa di costruire una band che parte da presupposti prog fusion e non disdegna ritornelli pop rock che comunque vengono assorbiti dalla perizia strumentale dei quattro compagni. Una pratica che continua a dare buoni frutti anche su In Vaults, come appare chiaro sin dal pezzo scelto come lancio Takeover. Con due album all'attivo, l'ultimo dei quali - Trouble with Machines - davvero ottimo, i District 97 sono quanto di meglio possa offrire oggi la scena prog. Prima di pubblicare questo terzo lavoro in studio, la band è riuscita anche a fare capolino da noi con un tour europeo e a pubblicare un live album lo scorso anno tutto incentrato su cover dei King Crimson, dato che per l'occasione si era a loro aggiunto come ospite nientemeno che John Wetton.
La cosa che affascina della musica dei District 97 è proprio il contrasto che si viene a creare tra la solidità e il virtuosismo dell’apparato strumentale e le sezioni vocali molto melodiche aggiunte dalla Hunt, arrivando a muoversi con destrezza nella ragnatela di suoni che i suoi quattro compagni le dispiegano di fronte (a loro potremmo timidamente accostare anche i pirotecnici MoeTar). Non importa se la fusion spesso rasenta il prog metal e i suoni si fanno sincopati e duri (Snow Country, Death By A Thousand Cuts), oppure raffinate progressioni jazz ci fanno rammentare i gloriosi Bruford (All's Well That Ends Well): tutto appare interpretato con classe da vendere dalla Hunt. Ma In Vaults è anche l’album dove i District 97 si mettono più alla prova, innalzando il livello di complessità e accumulando idee che si comprimono, specialmente nei due pezzi finali Learn From Danny e Blinding Vision, come fossero delle mini suite di Yes e Rush. Se ancora non avete avuto modo di ascoltare i District 97 è l’ora di fargli spazio nella vostra personale discografia prog, magari aggiungendoci anche i due altrettanto validi album precedenti.
Nessun commento:
Posta un commento