martedì 22 ottobre 2013

EXIVIOUS - Liminal (2013)


Che cosa succederebbe se unissimo la fusion di Allan Holdsworth e il metal? Questa è la domanda che forse si è posto il chitarrista Tymon Kruidenier quando ha formato gli Exivious con Robin Zielhorst (basso), Stef Broks (batteria) e Michel Nienhuis (chitarra). Il primo omonimo album del 2009 cercava di rispondere a questa domanda con un jazz metal strumentale molto composto, che a tratti sperimentava passaggi new age bilanciandoli con riff algoritmici di scuola Cynic. E in effetti Kruideneier e Zielhorst, di origine olandesi, in seguito partirono alla volta degli Stati Uniti nel 2010 per unirsi ai Cynic, facendo credere che Exivious sarebbe rimasta l'unica prova in studio del quartetto.

Ora invece eccoli tornare con Liminal e con il nuovo batterista Yuma van Eekelen (Broks è tornato in pianta stabile con i Textures). In questa seconda prova la domanda sembra essere: "fin dove ci possiamo spingere per distinguerci dalla miriade di band che suonano metal strumentale?" E così, partendo da dove hanno lasciato i campioni del progressive metal tecnico Canvas Solaris e il trio di jazz elettrico McGill / Manring / Stevens, gli Exivious superano inaspettatamente le premesse del loro osannato esordio e mettono insieme otto composizioni di qualità superiore, a partire dalla strabiliante Deeply Woven. Le architetture sonore appartengono ancora una volta al progressive metal, ma il quartetto vi infonde con decisione stilemi jazz rock che pongono la loro classe un gradino sopra rispetto ai colleghi.

Gli Exivious portano i livelli di tecnicismo a vette inaudite, ma non è solo questo a fare sobbalzare sulla sedia dato che, come dicevamo, sono effettivamente molti i gruppi, presenti e passati, capaci di raggiungere tale padronanza degli strumenti. I meriti piuttosto sono altri. In genere si imputa a questo tipo di musica un approccio emotivo di distacco e freddezza, Liminal ovvia a tali limiti grazie soprattutto alla ricerca armonica e alle dinamiche ritmiche e atmosferiche. I salti improvvisi di tonalità si riverberano inevitabilmente sulle armonie, permettendo alle chitarre di plasmare melodie quasi eteree anche durante le cascate di note cromatiche. L'attenzione rimane desta proprio per questa imprevedibilità che ci accompagna in territori spaziali, utilizzando come base sia la new age psichedelica dei Djam Karet, sia il metal mistico dei Cynic.

Certo, quella di Liminal non è sicuramente musica da sottofondo, anzi per godersela in pieno è bene focalizzarsi su ciò che stiamo ascoltando e alla fine la soddisfazione sarà simile ad aver risolto un problema di algebra. Insomma, quando si produce un album di questo genere il rischio di suonare monotoni è altissimo, invece Liminal rapisce fin dai primi ascolti. Alla luce di ciò si può giudicare Exivious come un'introduzione a qualcosa che con il tempo è cresciuto e maturato. Tra i vari satelliti che ruotano intorno al progressive metal quello degli Exivious brilla oggi con ancora più vigore.

www.exivious.net 

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