mercoledì 9 maggio 2012

IZZ - Crush of Night (2012)


Nella sua ennesima rinascita negli anni ’90, il progressive rock non raggiunse certo delle notevoli vette di popolarità, ma, come tutti i generi, ci fu chi riuscì a ritagliarsi uno spazio più grande degli altri (e penso, ad esempio, a Spock’s Beard, The Flower Kings e Dream Theater). Gli IZZ, anche se nati alla fine degli anni ’90, hanno operato principalmente dopo il 2000 con un pugno di album la cui qualità non ha nulla da invidiare a band ben più blasonate di loro. Per questo penso che nella nuova ondata progressiva siano stati quelli più ingiustamente sottovalutati. Più che un culto, un nome per pochi conoscenti. Di loro non si è mai parlato abbastanza.

Il controverso I Move (2002), che all’epoca divise i fan del prog perché troppo aperto a influenze estranee al genere, soprattutto a causa di un uso spregiudicato di ritmiche quasi hip hop e elettroniche grazie all'inusuale inclusione di due batteristi nell'organico (uno elettrico e uno acustico). Per quel che mi riguarda rimane uno dei vertici del prog moderno. My River Flows era altrettanto valido e solo con il recente The Darkened Room gli IZZ hanno mostrato un leggero calo d’ispirazione. Essendo poi quest’ultimo il secondo capitolo di una trilogia a tema, l’attesa per il nuovo lavoro in studio era calata in me. Parte delle registrazioni di Crush of Night sono state effettuate parallelamente a The Darkened Room, ma sembra che il sestetto newyorkese capitanato dai fratelli Galgano abbia riservato il meglio per questo secondo capitolo. Infatti, Crush of Night è senza dubbio, al pari di I Move, una delle migliori prove degli IZZ.

You’ve Got a Time riporta a grandi livelli la vena melodica del gruppo, tra sprazzi pianistici emersoniani e polifonie con echi di Yes. Su Words and Miracles è possibile riconoscere immediatamente la chitarra dell’ospite di lusso Gary Green, tanto che il brano si fonda su un solido riff sincopato alla Gentle Giant periodo Free Hand / Interview. Solid Ground è un’ottima miscela tra le alchimie elettroniche tanto invise di I Move e il prog arioso di My River Flows. Come per dire che qui gli IZZ uniscono le loro migliori caratteristiche. Half the Way è una ballad pianistica, nello stile di Kevin Gilbert, che cresce adagio per raggiunge il climax negli splendidi assoli di synth e poi di chitarra del sempre strepitoso Paul Bremner.

Infine c’è la title-track, una suite divisa in due parti - This Reality e The Crush of Night - che in totale sfiora i 27 minuti. Dopo un'introduzione tortuosa ed elaborata gli IZZ non si lasciano ricattare dalla nostalgia sinfonica degli anni '70, ma scrivono una pagina di prog moderno guardando al minimalismo ambientale alla Sakamoto, a spiragli elettro-psichedelici alla Djam Karet e concedendosi solo dei richiami melodici sulla scia della penna di Neal Morse. A proposito anche qui ricompare la chitarra di Gary Green.

Quello degli IZZ è un progressive rock in punta di fioretto: mai sgraziato o barocco, attento ai minimi dettagli, mai esagerato o in perenne ansia di sfoggiare le proprie abilità. Ora, giusto perché siamo in attesa di ascoltare il nuovo degli echolyn (in uscita a giugno), altrimenti ci sbilanceremmo sin d’ora nell’incoronare Crush of Night album neo prog dell’anno.

Tracklist:

1. You've Got a Time 4:09
2. Words and Miracles (feat. Gary Green) 7:17
3. Solid Ground 6:01
4. Half the Way 6:07
5. This Reality 13:32
6. The Crush of Night 13:18
7. Almost Over 4:19

You've Got a Time by IZZMusic

In più questo è un singolo uscito all'epoca di The Darkened Room mai pubblicato su un album ufficiale. Il titolo è Places to Hide:

Places to Hide by IZZMusic


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