Quella dei The Reign of Kindo non è musica è grazia. Fa uno strano effetto ascoltare This is What Happens, secondo album della band di Buffalo, alla luce di quanto appreso qualche settimana prima della sua uscita. Mi riferisco naturalmente all'abbandono del pianista Kelly Sciandra, separatosi dai The Reign of Kindo a quanto sembra in modo amichevole, per perseguire altre strade musicali.
E' strano perchè qui più che su Rhythm, Chord & Melody, è lui il protagonista indiscusso di questa nuova straordinaria opera. Il suo piano rifinisce, lega le trame e ricama contrappunti in ogni momento. La base rimane quel jazz pop che il gruppo ha saputo separare da un'impostazione svenevole e sdolcinata grazie soprattutto all'apporto di influenze alternative, ad una sezione ritmica serrata e affiatata e ad un'impeccabile resa esecutiva.
This is What Happens è per molti versi diverso dal suo predecessore, e ciò è già un bene, anche se soffre di qualche calo emotivo e non tutto è perfetto e messo a fuoco. Di nuovo c'è che i brani, pur rimanendo molto orecchiabili, risultano più articolati, con strutture formali più varie e questo comporta un assimilamento lento che si consolida solo dopo alcuni ascolti. Insomma non è immediato come Rhythm, Chord & Melody, ma questa non vuole essere una critica. La critica riguarda piuttosto pezzi come Symptom of a Stumbling e Comfort in the Orchestration che, pur essendo buoni, rispetto al resto appaiono un po' troppo prolissi e ripetitivi.
Tralasciando però questi piccoli cavilli This is What Happens è un'altra magistrale raccolta di pezzi melodicamente incantevoli e armonicamente geniali. L'album si divide tra episodi altamente ritmati, che fanno trasparire influenze sudamericane, mutuate dall'utilizzo di una sezione di percussioni che aumenta la tensione (Thrill of the Fall, Bullets in the Air e Out of Sight, Out of Mind) e ballate malinconiche come Flowers by the Moon e Blistered Hands, dove la band sembra una versione più intelligente dei Kings of Convenience.
Il lavoro di trasposizione per rendere il jazz più popolare e orecchibile fa tesoro dalla lezione impartita da Pat Metheny, pur lavorando su due territori differenti: l'indie pop per i Reign of Kindo e la fusion per il chitarrista del Missouri. A questo proposito sono illuminanti le colonne portanti del disco Battling the Years, City Lights & Traffic Sounds e Nightingale veri e propri tocchi di classe. Ecco, è proprio nella classe che si riassume la musica dei Reign of Kindo.
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