domenica 3 maggio 2020
O'Brother - You and I (2020)
Poche band come gli O'Brother sanno trasmettere un senso di oppressione e inquietudine. Nei loro album, anche quando la curva sonora si alza inevitabilmente verso territori post hardcore, permane un'oscura marea elettrica che avvolge tutto con malinconico pessimismo. E' forse per questo che i lavori degli O'Brother non sono adatti ad ogni occasione, ma vanno ascoltati con il giusto umore, altrimenti si rischia di intristirsi ancora di più. You and I, l'ultima fatica del gruppo, che andrebbe premiato solo per il coraggio di averlo pubblicato in piena pandemia ed aver fissato il prezzo della versione digitale su Bandcamp ad un dollaro, non fa eccezione. Solamente che questa volta gli O'Brother calmano i toni e si lasciano andare ad un serafico ed apocalittico clima che pervade la cadenza funerea di quasi ogni traccia.
Se prima le abrasive dinamiche utilizzavano anche squarci hardcore e metallici, ora gli sviluppi, i percorsi, i crescendo e i quiet/loud, lasciano il campo ad un immutabile doom post rock dove a dominare è un'atmosfera elegiaca che si impadronisce di brani come Slipping, Locus, Spill on the Carpet e Leave Me Out. L'unica eccezione può essere rappresentata da Halogen Eye, che vede l'ospitata di Simon Neil dei Biffy Clyro alla seconda voce, oppure nella quasi industriale e disturbante Black Tide, e ancora Soma, che sembra una marcia con progressioni alla Muse, ma molto, molto più rallentati.
La musica degli O'Brother si muove infatti con la stessa consistenza della viscosità, lasciando dietro di sé una scia come un ristagno paludoso. Only Other e Killing Spree ammorbidiscono leggermente questo stato di trance nebuloso grazie al ricorso di arie acustiche e psichedeliche, che lasciano intravedere un ultimo bagliore all'interno di un buco nero che inghiotte tutta la luce intorno a se. Gli arpeggi acustici li ritroviamo anche su What We've Lost, ma qui siamo più dalle parti della depressione dei Radiohead e dell'alternative rock, piuttosto che nel profondo abisso di tenebre in cui sprofonda tutto l'album.
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