martedì 22 novembre 2016

Protest the Hero - Pacific Myth (2015-2016)


Se cercate indietro su altprogcore non troverete nulla al riguardo dei Protest the Hero, questo non perché li abbia fino ad ora ignorati discograficamente, ma devo confessare che non sono mai stato un loro grande fan. Ho trovato qualche buona idea su Voilition, un album che con il senno di poi, se vogliamo, rappresenta una tappa in progressione verso degli standard sempre più compositi. Nonostante ciò, c'è sempre stato un altro motivo di fondo prettamente stilistico (che magari non vi troverà d'accordo) per tale esclusione ed è che ho sempre trovato forzata o poco pertinente la classificazione del gruppo all'interno dell'etichetta "progressive metal". E' vero che la loro formula è altamente basata su sfoggio di tecnica, ma sinceramente percepisco le produzioni dei Protest the Hero più conformi ad uno schema speed o thrash metal con molti richiami agli anni '80 propri di Watchtower e Anthrax.

Perché quindi adesso arriva questa eccezione? Semplicemente perché l'EP Pacific Myth, alla fine, fa veleggiare i Protest the Hero verso lidi di math-metal-prog mai approcciati così chiaramente e compiutamente da loro e che magari sarebbe bello in futuro vederli complicarsi e articolarsi ancora di più. Ora, penso che molti saranno già familiari con il materiale di Pacific Myth, ma personalmente per ascoltarlo ho preferito aspettare che fosse realizzato ufficialmente nella sua interezza (con l'aggiunta delle versioni strumentali delle sei tracce) lo scorso 18 novembre. In realtà l'avventura Pacific Myth è iniziata più di un anno fa, ad ottobre 2015, quando i Prothest the Hero decisero di realizzare un brano a cadenza mensile su Bandcamp concesso in download a chi avesse sottoscritto un abbonamento. L'esperimento si è quindi concluso a marzo, ma solo ora l'EP è stato messo a disposizione anche per coloro che non avevano versato la quota di abbonamento.

Su Pacific Myth ancora fanno capolino i residui di certi vezzi eighties nelle cadenze frenetiche di Tidal e la sempre notevolissima voce di Rody Walker interpreta Cataract come se stesse da un momento all'altro mutare i Protest the Hero in una band hair metal, ma stavolta si aggiungono nelle trame dei particolari simili al mathcore dei The Fall of Troy che fino ad ora non erano mai stati così marcati. Poi brani come Ragged Tooth e Cold Water abbracciano quel math hardcore progressivo imbevuto di tapping chitarristico, melodie sepolte sotto tonnellate di distorsione e poliritmie di ultima generazione alla Hail the Sun, A Lot Like Birds e Sianvar, rimanendo fedeli alla linea metal del gruppo. E' un po' quello che accade anche su Harbinger che rappresenta un esempio di quello stile che accomuna i Protest the Hero ai Fair to Midland, perennemente in bilico tra due generi, nel quale si riconoscono richiami al prog, ma con aggressive cadenze melodiche che restano comunque discendenti dell'heavy metal. Un'ulteriore prova dell'avvicinamento a territori progressivi arriva infine dalla firma delle multiple deviazioni tematiche di Caravan, che ora detiene la palma di brano più esteso nella carriera dei Protest the Hero. Pacific Myth è un EP che tutto sommato si fregia di collezionare il materiale più avanzato scritto dalla band canadese, risultando allo stesso tempo coerente con la loro ricerca di complessità.


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