domenica 26 aprile 2015

Grand Beach - Grand Beach (2014)


Da quando ascolto prog ho nutrito il sogno ambizioso di ascoltare, un giorno, un pop rock che potesse in qualche modo evolversi allo stesso modo. La mia personale formula per una pop song dovrebbe mantenere una durata breve, ma: niente schemi prefissati, nessun ritornello, temi orecchiabili che si interscambiano senza ripetersi e ritmche complesse. Bene, il primo album omonimo dei canadesi Grand Beach, uscito su Bandcamp lo scorso ottobre, si avvicina sensazionalmente a tali caratteristiche ed è una giostra di tecnica strumentale al servizio di intelligenza compositiva. Non che là fuori non ci sia qualcuno che abbia già sperimentato queste strade - gli stessi membri si sono ritrovati nel progetto di Alex Litinsky A.M. Overcast -, ma i Grand Beach le elevano ad un'eccellenza che in pochi hanno conseguito. 

I Grand Beach partono principalemente dal math rock (nella loro pagina Facebook lo chiamano giustamente progressive pop), ma la dose di motivi accattivanti, armonie vocali e sensibilità pop, tutto abbinato agli schemi geometrici delle ritmiche, sono così accentuati da farli uscire dai semplici confini di questi generi. Il disco ricalca quella brevità che era propria dei Damiera e, nella sua mezz'ora di durata, c'è una tale condensazione di idee da far implallidire, tanto che, una volta finito l'ascolto, non si può fare a meno che ricominciare da capo in modo quasi compulsivo. Anche se le canzoni stesse hanno una durata contenuta, spesso concludendosi inaspettatatamente, ci si diverte come non mai nel continuo gioco di cambi tematici e dinamiche complesse: midwest emo, power pop, Tera Melos, Invalids, The Poises, le pazzesche atonalità consonanti dei Time of Orchids, tutto questo e molto altro si trova su Grand Beach, un album che, per me, rimane il prototipo del pop rock che vorrei sempre ascoltare. 


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Lorenzo
ho cominciato a leggere il tuo libro,già nell'introduzione proponi considerazioni giuste nel reinquadrare il genere,avanti così con nuovi concetti e grazie a Dio che c'è uno come te che si mette in gioco nel difficile compito di trattare l'evoluzione di un genere oggi dai confini così frastagliati...Dario

Lorenzo Barbagli ha detto...

Grazie per la fiducia Dario!
Cerco di fare del mio meglio ;-)