lunedì 13 settembre 2010

KNIFEWORLD – Buried Alone: Tales of Crushing Defeat (2009)


Quando comparve il punk, nella seconda metà degli anni Settanta, tutti vedevano la morte del progressive rock come un dato di fatto. Questa osservazione era - oggi lo si può dire - molto superficiale. Infatti il progressive rock non solo continuò, come sfida, su strade molto più complesse (penso all'avant-garde europeo con Univers Zero o alla "new wave prog" americana con Thinking Plague e 5uu's), ma in alcuni casi, senza volerlo, si fuse con il post-punk, nel quale caso il miglior esempio furono gli emarginati e sempre più dimenticati Cardiacs.

Quello che agli occhi di molti può risultare sacrilego - e cioè l'unione di progressive e punk - agli occhi di altri privi di preconcetti può risultare esaltante. So che ancora c'è qualcuno che si ostina a non reputare tali i Mars Volta, oppure a sminuire come semplice alternative rock gli Oceansize. Insomma per molti anche il progressive contemporaneo deve suonare necessariamente come Genesis, Yes e Marillion. Allora mi chiedo: come si dovrebbe catalogare l'opera prima dei Knifeworld (ovvero Kavus Torabi) se non come progressive rock? La storia ha infatti voluto che fosse proprio un discepolo di Tim Smith e compagni a regalarci una delle opere progressive più esaltanti degli ultimi anni.

Il poliedrico chitarrista e cantante Kavus Torabi, oltre ad essere membro effettivo dei Cardiacs dal 2003 e dei defunti The Monsoon Bassoon, è coinvolto in molteplici progetti tra i quali Guapo, Chrome Hoof e North Sea Radio Orchestra. Nei Knifeworld ha deciso però di prendere le redini e attribuirsi il ruolo di leader nonché di compositore.

Su Buried Alone: Tales of Crushing Defeat mostra tutta la sua abilità in questa veste, regalandoci brani dal respiro eclettico e singolare, dalle direzioni totalmente imprevedibili, mischiando ogni sorta di genere, dall'avanguardia all'hard rock, dal folk alla psichedelia fino al Rock In Opposition.

L'opera è aperta dall'andamento quasi raga di Singled Out for Battery, con i suoi reiterati cori, che finisce in un'incredibile jam chitarristica finale. L'influsso indiano ritornerà più avanti nella placida e vagamente floydiana An Arrival. The Wretched Fathoms alterna un riff hard rock a linee vocali mutuate dai Pink Floyd e intermezzi orchestrali. Ma il primo colpo di genio è Corpses Feuding Underground che in meno di tre minuti frulla un complesso multistrato di sonorità e tracce strumentali (chitarre, fiati e ritmiche) da sembrare indipendenti l'una dall'altra e creare dissonanze quasi melodiche.

Il folk sbilenco di Severed of Horsehoof rappresenta un capolavoro senza compromessi, vi si ritrova la malinconia del prog scandinavo dei White Willow con in più arrangiamenti orchestrali non scontati. A proposito di queste influenze classiche si può osservare come No More Dying prenda avvio da una cellula tematica improntata sul minimalismo per poi svilupparsi come sempre in un delirante hard rock da camera. Poi c'è Unwreckaged che è forse la traccia più incredibile dell'album, con la sua notevole componente R.I.O. E' qui che scatta la sorpresa, perché mai si crederebbe di sentire in un album del genere un connubio pressoché perfetto tra Henry Cow e Dave Kerman. Non solo, ma si assiste al simbolico sgretolamento del muro che divide il prog punk dei Cardiacs con l'avant-prog dei 5uu's. Pissed Up On Brakefluid è un prototipo di canzone progressive punk barocca, Me to the Future of You chiude il tutto in quasi nove minuti di space rock con tanto di organo Hammond e intarsi psichedelici. Semplicemente celestiale.

Corpses Feuding Underground by Knifeworld
2 The Wretched Fathoms by Knifeworld

Se qualcuno si chiedesse chi potrebbero essere oggi gli eredi dei Mars Volta (anche se ancora è presto per parlare di eredi) i Knifeworld avrebbero buone possibilità. E se in caso vi piacessero non esitate ad ascoltare anche I Dig Your Voodoo (1999) dei The Monsoon Bassoon.

www.myspace.com/knifeworlduk
www.myspace.com/kavustorabi
www.myspace.com/themonsoonbassoon

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