domenica 18 ottobre 2009

THE FALL OF TROY - In the Unlikely Event (2009)


Se i The Fall of Troy si fossero dati una calmata avrebbero potuto essere una delle migliori band di progressive punk in circolazione, ma con In the Unlekely Event firmano il loro album più contraddittorio e meno equilibrato. La band di Thomas Erak, in lavori impetuosi come Doppelganger (2005) e Manipulator (2007), ha da sempre voluto fondere l'hardcore più estremo - sia in termini tecnici sia in termini estetici - tra urla belluine e ritmiche intricate, con un emocore più melodico e pure intelligente.

Ecco, abituati alle loro brillanti scorribande, brani banali come Panic Attack!, Webs, People and Their Life o Empty the Clip, the King Has Been Slain, Long Live the Queen! risultano quanto meno piatti e noiosi. A proposito di equilibrio, su In the Unlikely Event, esso latita e viene a mancare e tutto diviene più netto. Che cosa sono Nobody's Perfect e Single se non due punk pop songs (anche se la prima a metà muta in un macello psicotico-sonoro) mascherate da alternative di tendenza?

Se prima le notevoli intuizioni melodico/formali e la follia potevano convivere nella stessa canzone, ora i generi si separano, creando un percorso ancor più eterogeneo. I generi fusi non sono troppo distanti ma, posti sullo stesso piano e stavolta ben divisi, appaiono antitetici e mostrano i loro limiti: troppo hardcore per piacere a coloro che ascoltano emo o punk pop e troppo alternative patinato per convincere i punkcore. Gli unici brani che mantengono un discreto atteggiamento sperimentale sono Battleship Graveyard e Walk of Fame; tutto il resto è molto inferiore a ciò che finora ha prodotto il power trio.

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