venerdì 9 agosto 2019
Sleep Tactics - Sleep Tactics (2019)
Sleep Tactics - ovvero quando la definizione di power trio non potrebbe calzare meglio. Il debutto omonimo di questa band è un'epifania e una deflagrazione al tempo stesso viscerale e controllata. Già, perché alla furia del post hardcore il trio di Philadelphia - composto da Dan Smith (chitarra, voce), Matt Weber (batteria) e Josh Taylor (basso, voce) - bilancia l'impegno geometrico del math rock. Ma Sleep Tactics non vive solo di questo, strumentalmente c'è molto di più. Nei ricami affilati e ruvidi della chitarra di Smith si trova tanto post rock quanto shoegaze ed è da qui che prende vita un incontrollabile e inesorabile tour de force che si protrae per tutte le sette tracce.
Significance Theme svela il suo spessore poco a poco, partendo come una melodia frenetica indie rock ma riservando una più rauca svolta nel finale ed in seguito gli Sleep Tactics continuano a mantenere una certa indole solare e math hardcore nelle ritmiche spigolose di A Promise to Suffer o nella paradossalmente malinconica litania punk di Pitted, anche se la tensione non abbandona mai l'andamento spedito. Il singolo Don't Protect Yourself si destreggia nei suoi cambiamenti tematici con una forza e un'irruenza da manuale, la formula prosegue con Herniated che conta sulla sua veloce ritmica e sui riff scaricati con la stessa urgenza di un'arma automatica. Un fuoco di fila impressionante.
Poi, discorso a parte meritano il mastodonte Anatomy of a Lesson Learned, il quale dispiega tutto il potenziale prog sperimentale degli Sleep Tactics, insieme alla conclusiva paranoica No Insight (for the kids). Lunghe e articolate, entrambe si prendono tutto il tempo di costruire percorsi contorti e poderosi attraverso l'appoggio di arpeggi abrasivi al limite della dissonanza nella medesima prospettiva dei Palm, dove il cantato si alterna tra l'ipnotico e l'impetuoso, mettendo sullo stesso piano un vortice di umori contrapposti. Qui siamo alla massima espressione del math rock sperimentale. Ok, d'accordo gli osannati black midi, ma per me questo giro lo vincono gli Sleep Tactics.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento