Sorta di incontro tra jam band, psichedelia e progressive rock anni 70, jazz e stralunata avanguardia alla Frank Zappa, il collettivo dei Karmic Juggernaut è attivo addirittura dal 2004, anche se la presente line-up ha preso forma nel 2017. In particolare, ai primi membri James McCaffrey e Randy Preston (entrambi chitarristi), si sono aggiunti nel 2012 il batterista Kevin Grossman, il bassista Cory McCorry (che ora fanno parte dei Thank You Scientist e insieme anche nei We Used to Cut the Grass) ed infine nel 2017 il cantante Daimon Santa Maria e il tastierista Jake Hughes. La natura del progetto, molto aperto ad improvvisazioni, lunghe digressioni strumentali e utilizzo di svariati strumenti, ha permesso alla band di allestire moltissimi concerti prima di arrivare al debutto The Dreams That Stuff Are Made Of nel 2018 (preceduto comunque da qualche EP) il quale ha sublimato il loro stile in un esuberante divertissement psych jazz prog che ogni amante del genere dovrebbe provare.
Phantasmagloria, il suo successore appena pubblicato, è di nuovo un tour de force nei colori e nelle lande delle evoluzioni psichedeliche con taglio moderno, arricchite dalla voce stentorea e dotata di Santa Maria. Anche se con una straripante verve più contenuta rispetto all'esordio, ci sono ancora le polifonie vocali degli Yes abbinate a frenetici e veementi patchwork sonori (Flat Earthlings), ascendenti armonie AOR trasportate nelle arie mediorientali/californiane dei figli dei fiori (Sun Puzzle) e apparenti ballate che improvvisamente si trasformano in caleidoscopici viaggi spaziali (la title-track). Tutto ciò mentre le chitarre si spaccano a metà tra metal e funk jazz e le tastiere passano da registri vintage a passaggi di synth futuristici. In questo senso i Karmic Juggernaut si posizionano musicalmente in una terra di mezzo tra passato e presente.
Il groove speziato che dà l'avvio a Dream Machine è imbevuto di fumi allucinogeni che si plasmano in una jam prog funk con tanto di fiati a cura di Joe Gullace (tromba, sempre dai Thank You Scinetist) e Ian Gray (trombone) e un solo di chitarra space disco che pare uscito dalle terre freak degli Ozric Tentacles. Atomus Camera Obscura nell'insieme è la composizione più variegata e personale del lotto, dove la band si sbizzarrisce nel creare molteplici sottotrame, cercando di utilizzare un ampio raggio di escamotage sonori provenienti dagli stili da loro toccati e posizionarli insieme con armonia. Come detto, Phantasmagloria nella sua esuberanza da jam band rimane su binari più convenzionali in confronto a The Dreams That Stuff Are Made Of, ma per i Karmic Juggernaut rimane un attestato delle notevoli capacità da fantasiosi performer.