domenica 13 settembre 2020

Kairon; IRSE! - Polysomn (2020)


Arrivati al quarto album in studio con Polysomn, questa volta i finlandesi Kairon; IRSE! cercano una nuova propettiva al progressive rock rispetto al precedente Ruination. Dai vortici retro-progressivi del passato, adesso la band si immerge completamente in sognanti e caleidoscopici impasti di chitarre e sintetizzatori che si perdono tra elettrificazioni metal e scintillanti riverberi dreamgaze. C'è da dire che l'universo sonoro psichedelico toccato da Polysomn collega a vari strati e vari incastri generi come il post rock, lo shoegaze lo space rock e il dream pop. Lo spettro di tonalità e sfumature stilistiche si può già cogliere nella spaziale Psionic Static e nella seguente Retrograde che profuma leggermente di art pop anni '60.

Con Welcome Blue Valkyrie l'album entra nel vivo grazie a liquidi riflessi floydiani che si spalmano in un mare shoegaze e ammantano tutto con toni impalpabili e aleatori. Le reiterazioni synth-elettriche di An Bat None formano un apocalittico loop che si mette in contrasto, a seguire, con le atmosfere notturne di Mir Inoi. Nelle esplosioni concentriche di Hypnogram e White Flies si ripristinano quelle avvolgenti arie anni '70 da cavalcata psichedelica e jam spaziale, mentre la conclusiva breve title-track è un postulato sul Todd Rundgren più progressivo e sperimentale, quello dei primi Utopia e del solista Todd. Polysomn si muove tra passato e presente con invidiabile ispirazione e svela un gruppo ancora troppo sottovalutato nel panorama psych prog, che però grazie a questo album potrebbe riscuotere meritati consensi.

venerdì 11 settembre 2020

Autocatalytica - Vicissitudes (2016)

In genere si dice di essere arrivati tardi alla festa...ma meglio tardi che mai. Comparsi da poco nell'area del mio radar grazie a questo recente singolo che anticipa il nuovo album Powerclashing Maximalism in uscita il 16 ottobre, per gli Autocatalytica ho deciso di andarmi a recuperare il loro lavoro più recente che risale al 2016 e risponde al titolo di Vicissitudes. L'impatto non avrebbe potuto essere più devastante, dato che si tratta di un album ambizioso e debordante, estremo e folle, il quale nei suoi quasi 70 minuti di durata per sedici tracce, percorre talmente tante strade incrociate da rimanere annichiliti.

L'approccio mathcore del chitarrista Eric Thorfinnson, fondatore e leader della band partita nel 2009 come progetto solista e poi sviluppatasi grazie all'avvicendarsi di vari musicisti, viene riassunto dallo stesso autore come un incontro tra The Mars Volta, Dillinger Escape Plan e Devin Townsend. In effetti, tra ritmiche frenetiche e psicotiche, growl cacofonici che si scambiano con sopraffini fraseggi jazz metal, i riferimenti ci possono anche stare. Vicissitudes è però una bomba ad ampio raggio che non si accontenta di soffermarsi in un unico paradigma metal tecnico e la voglia di esagerare si espande in ogni direzione, che essa sia prog, grindcore, jazz, fusion e math rock.

 

martedì 1 settembre 2020

Altprogcore September discoveries



Questo terzo EP degli indiani Pineapple Express rappresenta un blend di generi abbastanza insolito ed interessante. Prima di tutto è un crossover tra la musica occidentale e indiana, sia per l'utilizzo della bi-lingua che per lo stile musicale che incorpora elementi tradizionali in arrangiamenti moderni. Inoltre Passages si dedica a perseguire un eclettismo spregiudicato tra pop, metal e prog, con inaspettate deviazioni di elettronica e quasi hip hop.



Trio di prog sperimentale, i Titan to Tachyons sono guidati dalla chitarra di Sally Gates che nelle sue accezioni più aggressive pare ispirarsi a Robert Fripp e anche nelle sbilenche trame math rock l'aspetto spigoloso del Re Cremisi si presenta in modo reiterato.



Infusion è l'esordio del quintetto tedesco Rubber Tea. Tra delicati suoni canterburiani e passaggi strumentali avventurosi l'album risulta una buona sintesi tra jazz e prog.



Gli australiani Turtle Skull si immergono nella retro psichedelia che si fonde con frammenti stilistici più moderni come stoner e post rock. Ne esce una miscela ambivalente, a tratti oppressiva e a tratti distensiva.



I Figures sono un quintetto australiano che dopo due EP esordisce con questo album prog metal che ricorda inevitabilmente i conterranei Karnivool anche se con accenti molto più aggressivi.



Mattias Ohlsson, da non confondere con il quasi omonimo ex batterista degli Änglagår, è un polistrumentista svedese già attivo con un progetto prog metal chiamato Octavarium dalle chiare influenze Dream Theater. Con Illumination si cimenta in un concept album dai connotati djent e quasi in linea con l'aggressività di Devin Townsend.