domenica 2 ottobre 2022

Altprogcore October discoveries



Il chitarrista Pat Savage ha iniziato a lavorare nel 2015 alle idee per il suo debutto con il moniker Rototypical, poi pubblicato nel 2021. Volume I: The Tactician è un disco ambizioso e monumentale di prog metal, a tratti estremo, che nei suoi 67 minuti non cede un attimo alle continue svolte tematiche e a muri di suono, collegati in un tour de force strumentale virtuosistico ed inarrestabile. Forse non per tutti i gusti, ma di sicuro interesse per i fan a cui questo progetto è stato accostato, ovvero Between the Buried and Me e Native Construct.
 
 

Rimanendo in tema aggiungo un gruppo proveniente dal passato (2013) che pensavo di aver segnalato ed invece è rimasto nel cassetto, forse per la mia avversione dei growl. Comunque, l'unico album degli svedesi Means End è uno di quelli che ancora in troppo pochi conoscono e penso che tra i fruitori di altprogcore possa interessare, anche se magari qualcuno lo conoscerà già. The Didact è una di quelle opere trasversali che, per la loro intraprendenza ad attraversare i generi con virtuosismo inusitato, non mancano di colpire, al di là se possano piacere o meno. In pratica qui il prog metal si espande in tutte le sue possibilità, dal djent al jazz, con ampio utilizzo di poliritmie e progressioni armoniche inusuali. Se negli anni vi siete appassionati ad altri gruppi prog scandinavi come 22, Agent Fresco, VOLA e Meshuggah i Means End saranno un'ottima aggiunta alla lista. 


In realtà ciò che mi ha riportato ai Means End è stata la scoperta di questo EP dei Trove, band strumentale nata dal bassista e dal batterista di quel gruppo. Il disco risale al 2017 ed è l'unica prova uscita finora dal duo, che affronta sempre come una sfida il connubio tra stili. In questo caso ci troviamo di fronte a quelle che potremmo chiamare brevi suite concepite e sviluppate con piglio classico in un ibrido che potremmo chiamare chamber metal.



Trade Secrets è il nome di un nuovo progetto messo in piedi da tre veterani del prog hardcore e comprende Zach Mclean al basso (Icarus the Owl), Lucas Worley alla voce (Artifex Pereo) e Daniel Miller alla chitarra (Tides of Man). Finora hanno realizzato solo tre singoli usciti nel mese di settembre e la linea musicale è indirizzata su un sound meno cervellotico degli Artifex Pereo e Icarus the Owl, comprendendo delle aperture a soluzioni stilistiche più immediate. 
 


Il debutto del tastierista Massimo Pieretti con A New Beginning è all'insegna di un art rock contornato da arrangiamenti prog naturalmente incentrati sull'uso di molteplici trame di tastiere che lo portano vicino alle atmosfere ambient-post rock dei Nosound e dei Marillion. Le tracce sono guidate da un gran senso melodico che le avvicina anche al cantautorato, dove in questo contesto sconfina nelle arie sospese tra canzone e sperimentazione in stile Tim Bowness. Tra i tanti ospiti spicca il nome di Ray Weston degli Echolyn, ospite alla voce nella traccia Things to Live and Die For.



Deep Reef Dream è il terzo album dei The Light in the Ocean, una band che applica al proprio sound le regole del prog di matrice americana che spazia dai Kansas ai Rush, fino ad arrivare a qualche ingerenza jazz e space rock. Ovviamente non mancano spiragli metal e molto spazio riservato alla melodia che rende il tutto sicuramente accessibile.
 


The Dirty Snacks Ensemble è invece il nome dietro al quale troviamo il vibrafonista Mark Clifford che va ad occupare la sfera jazz. You Would Do Well è il secondo album di Clifford che, come per il precedente Tidy Universe, si serve di un ricco ensemble di strumentisti per una concezione da "jazz orchestrale" in sospensione tra la visione classsico-minimale del chitarrista Matt Calvert e le dolci e soavi terre canterburiane.


Sempre nei territori affini al jazz e anche oltre opera Steve Marek, bassista dei Monobody, il quale si presenta nella sua prima prova da solista col nome di Holy Western Parallels con un crossover più spregiudicato che comprende anche l'hip hop.
 


Il trio canadese degli Slow Spirit con il loro primo album Nowhere No One Knows Where To Find You (che arriva dopo alcuni EP) si fanno dei nuovi portavoce del raffinato chamber pop e folk orchestrale che molto spesso si mescola con elettronica e post rock, sulla scia di gruppi sperimentali come Firefly Burning.