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lunedì 3 luglio 2017

Möbius Strip - Möbius Strip (2017)


I quattro giovani musicisti provenienti da Sora, Lorenzo Cellupica (tastiere e piano), Nico Fabrizi (sassofono e flauto), Eros Capoccitti (basso) e Davide Rufo (batteria), si sono presentati qualche mese fa nella scena musicale con il nome di Möbius Strip e un disco d'esordio omonimo pubblicato dalla storica etichetta francese Musea Records, una garanzia per quanto riguarda il progressive rock. Anche se la sorpresa è che questa volta non si tratta propriamente di una band con derivazioni sinfoniche, ma il quartetto si dedica ad un più sofisticato jazz rock che si è conquistato già l'attenzione di siti internazionali come All About Jazz e ProGGnosis.

Le composizioni, tutte a firma di Cellupica, rimangono comunque collegate alla sfera del progressive rock grazie a quell'ispirazione canterburyana che fa capolino nell'album e, più precisamente, si possono percepire a tratti atmosfere affini a Soft Machine, Hatfield and the North e Gilgamesh presenti soprattutto nell'andamento del brano di apertura Bloo, abbellito con pregevoli passaggi di piano elettrico (in alternativa Cellupica utilizza molto spesso quello acustico). Ma Möbius Strip non ne ricalca la formula e non ci sono fortunatamente richiami ben precisi a questi gruppi, solo sensazioni che il quartetto rivela in una miscela e in un approccio fusion senza addentrarsi necessariamente in meandri cervellotici o atonali.

Per fare un esempio: le note cristalline di Déjà Vu si avventurano in un circolo melodico guidato dagli accordi di piano e un sassofono che imbocca arie cantabili, quasi in antitesi con la pratica autoindulgente delle improvvisazioni. Anche quando si affacciano momenti solisti il quartetto tiene a mantenere una generale impostazione che non si allontana da schemi armonici, in una parola un jazz molto accessibile e di piacevole ascolto. Una fluidità di arrangiamento che ritroviamo nel tema iberico che domina Andalusia o nel prog jazz americano anni '70 che viene a galla su First Impressions. La title-track - che dà il nome al gruppo - prova ad addentrarsi in spiragli progressive più accentuati, iniziando con ritmiche dal sapore sudamericano e poi tornando a legami fusion che danno uno spazio solista ad ogni membro, evitando le trappole dell'autocompiacimento. Möbius Strip è un album che sente il bisogno di ricercare quei binari immaginifici del rock jazz canterburyano, cogliendone gli aspetti più gentili e meno spigolosi.