venerdì 19 aprile 2024
Uncanny - Shroomsday (2024)
lunedì 8 aprile 2024
Annex Void - Will I Dream (2024)
Il quintetto di Detroit di recente formazione (2021) Annex Void, esordisce con l'EP Will I Dream nel quale esplora i confini stilistici del progressive metal. Utilizzando elementi atmosferici ambient, progressioni jazz eteree mutuate da Allan Holdsworth, complesse strutture ritmiche tipiche del djent primordiale dei Meshuggah e l'elettricità nebulosa dello shoegaze dei Loathe, gli Annex Void realizzano un biglietto da visita impressionante, quasi da rimpiangere che non sia un album intero per quanto sia valido il contenuto.
sabato 6 aprile 2024
Amskray - Die Happy (2024)
Come sempre, se uno vuole ascoltare un tipo di prog fresco, innovativo e che abbia un sapore contemporaneo, deve rivolgersi necessariamente agli Stati Uniti. E' ormai da qui che arrivano le band che hanno davvero qualcosa da dire nell'ambito di questo genere. Gli Amskray, dal New Jersey, sono l'ennesima prova che se si vuole veramente cercare un nuovo orizzonte e nuovi sbocchi per il prog è bene mettersi il cuore in pace e accantonare in modo definitivo le influenze degli anni '70.
domenica 10 marzo 2024
Oltre la quinta onda emo, parte 2
E' davvero un peccato che il termine "emo" si sia impiantato nella nostra cultura di massa come una stigma predeterminata che descrive molto precisamente un modo di atteggiarsi, vestirsi, comportarsi e ascoltare musica, il più delle volte in modo piuttosto semplificato e caratterizzato da un determinato cliché. Parlando in modo specifico del genere in sé appare invece come uno dei più elusivi e soggetto a cambiamenti e contaminazioni così imprevedibili da aver attraversato, fino ad ora, cinque fasi.
La cosiddetta "quinta onda emo" è quella che in questa sede ci interessa particolarmente e sulla quale avevo in passato già speso qualche parola. Come due anni fa in quell'articolo succede adesso che in questo inizio di 2024 siano usciti almeno tre album appartenenti al suddetto genere tutti di pregevole fattura e che alzano ancora di più l'asticella nei confronti della sperimentazione e nel portare dentro stilemi provenienti dal prog.
Il primo in ordine di tempo è stato Plastic Death dei Glass Beach, ancora più complesso e ambizioso del precedente The First Glass Beach Album, poi abbiamo Ferried Away degli Stay Inside ed infine The Metaphysical Tech Support Hotline dei Topiary Creatures, terza opera che segna un'evoluzione in divenire veramente stimolante per la band, portandola a raggiungere una maturità sorprendente, nonostante il già buon risultato ottenuto con il precedente You Can Only Mourn Surprises.
In particolare la parabola dei Glass Beach e dei Topiary Creatures appare molto simile nel suo appartenere ad un modus operandi in sintonia con la pratica DIY. Entrambi generati da un progetto di un'unica persona accanto alla quale si è poi costituita una band, con un iniziale ricorso ad un approccio casalingo o da "bedroom pop" lo-fi, però con velleità massimaliste portate al pieno potenziale album dopo album, l'uso dei più disparati generi, anche lontani tra loro, toccati in modalità flash rock (metal, jazz, chiptune, ambient, noise, art rock ecc.), citazioni da videogame e un contatto molto profondo con la cultura dei social attraverso Reddit, Discord e concerti virtuali su Minecraft.
E' così che Plastic Death e The Metaphysical Tech Support Hotline sono due opere piene zeppe di idee, completamente imprevedibili, che si compiacciono del loro eclettismo fuori controllo e sicuramente molto più originali e "forward-thinking" del prog che oggi siamo abituati ad ascoltare. Paragonato a questi due, l'album degli Stay Inside appare quasi più ordinario, ma anch'esso si fregia di brani di grande impatto e spessore, a partire dalla decisione di collegare quasi tutte le tracce come fossero un lungo tour de force. L'origine degli Stay Inside è in realtà più legata al post hardcore che all'emo, ma su Ferried Away anche loro operano una dissoluzione di confini e mostrano cosa significa far maturare un genere all'apparenza basico fino a renderlo complesso e articolato.
sabato 2 marzo 2024
Professor Caffeine & the Insecurities - Professor Caffeine & the Insecurities (2024)
In una selva di sottogeneri prog dove molto spesso gli schemi e le formule si ripetono, è sempre più raro trovare una band con le caratteristiche dei Professor Caffeine & the Insecurities, che almeno tenta di percorrere strade alternative facendo della trasversalità il proprio manifesto programmatico. Loro sono un quintetto di "nerdastri" di Boston che si diletta nel proporre un mix di prog, math rock, fusion, midwest emo e solo raramente qualche incursione su toni più accesi che definire metal sarebbe un azzardo. Per fare paragoni, dal punto di vista strumentale propongono una soluzione molto simile alla virtuosa fusione di stili dei Monobody. Se invece si aggiunge l'insieme cangiante della melodiosità del cantato (a cura del bassista Dan Smith) e la natura imprevedibile delle progressioni armoniche, si ha l'impressione di una versione più leggera di Thank You Scientist e Coheed and Cambria.
venerdì 16 febbraio 2024
Introducing Blue Eyed Giants
Nel sottobosco della scena alternative rock inglese continuano a celarsi band di lodevole caratura che purtroppo molto spesso rimangono sepolte tra tante altre proposte, rischiando di rimanere in una ristrettissima nicchia. Il quartetto di Brighton Blue Eyed Giants appartiene a queste e, pur essendo attivo da diversi anni, finora ha collezionato solo alcuni singoli durante la propria carriera. Gli ultimi cinque in ordine di tempo sono stati raccolti nel recente EP Murmurations e rappresentano come i Blue Eyed Giants abbiano mantenuto uno stile solido che incorpora il gusto per le solenni melodie alternate a possenti riff e ritmiche che sanno anche essere articolati. Quindi il mio consiglio, se il gruppo sarà di vostro gusto, è quello di non fermarsi a Murmurations, ma di proseguire a ritroso per scoprire altri brani meritevoli come No Brainer, Bittersweet o Restless.
Per fare una breve fotografia di cosa aspettarsi dalla musica ad alto tasso di energia dei Blue Eyed Giants si può ricondurre il loro stile a quella bolla di rock alternativo più evoluto, al confine tra metal, post hardcore e prog, al cui interno si trovano nomi come Biffy Clyro, The Intersphere, Arcane Roots, Black Peaks, Quiet Lions, Dead Ground ed in mezzo ai quali il gruppo di Brighton va ad inserirsi senza problemi.
giovedì 15 febbraio 2024
Vicarious - Esoteria (2024)
Quante volte si è parlato della saturazione che purtroppo affligge molti dei sottogeneri di cui ci occupiamo? Forse, leggendo da altre parti, non se ne fa mai cenno perché sembrano assuefatti ad uno standard che ormai è divenuto formula, ma qui dalle parti di altprogcore si è sempre stati alla ricerca di qualcosa che non si adagi sui canoni della riproposizione fine a sé stessa. Questo non significa che serva inventare chissà che cosa, basta avere idee e un pizzico di creatività. Così, se in ambito prog metal e djent ultimamente avete trovato indigeribile il mega mappazzone dei TesseracT, oppure una minestra riscaldata il recentissimo dei Caligula's Horse ed infine siete stufi di aspettare il nuovo album dei The Contortionist che forse non arriverà più, l'esordio dei Vicarious dal titolo Esoteria arriva in soccorso ed è ciò che fa per voi.
Il trio del North Carolina è composto da tre virtuosi dello strumento a partire dal fondatore e bassista Brad Williamson, affiancato da Colin Moser (chitarra, voce) e Zach Winton (batteria). In questo caso ci sarebbe da dire che tre teste lavorano meglio di cinque o addirittura sei componenti, cioè il numero che di solito troviamo in band di questo tipo. Tra le dodici tracce che costituiscono i corposi 64 minuti di durata è veramente difficile trovare un cedimento o un punto debole, tanto da erigere Esoteria ad un vero e proprio lavoro che può competere a ruolo di opera ispirata, senza nulla da invidiare ad altri album classici del genere.
A partire dal primo brano Bend Don't Break, Esoteria riesce ad esporre in modo convincente ogni sfumatura del moderno post prog metal, dalle atmosfere ambient alle sfuriate growl, dai tecnicismi math rock e fusion ad ampi passaggi solenni. Già l'unico pezzo strumentale dell'album, 52!, passa attraverso una serie di variazioni e dinamiche tra le più avvincenti e originali ascoltate ultimamente, mai leziose o riempitive, inoltre quasi tutti i pezzi, pur mantenendo un'impostazione prog basata su variazioni tematiche, si ricollegano sempre ad un chorus ricorrente che cerca nella sua complessità strumentale di mantenere orecchiabilità ed epicità. Esoteria è quindi un album che riesce a soddisfare la carenza di una nuova spinta nel prog metal e a colmare una lacuna all'interno di un genere sempre più stagnante.