mercoledì 17 ottobre 2018
the EFFECTS - Eyes to the Light (2017)
Nella leggendaria scena hardcore della Washington D.C. degli anni '90, tra le tante band raccolte intorno all'altrettanto leggendaria etichetta Dischord Records ce ne fu una in particolare, che rispondeva al nome di Faraquet, il cui sound si imponeva con forti accenti prog, ritmiche sincopate e chitarre con fraseggi math rock che ispirarono molti giovani musicisti a venire. I Faraquet durarono lo spazio di poco tempo, ma quel breve periodo bastò per lasciare il segno, soprattutto postumo, con il seminale The View From This Tower (2000) e il leader Devin Ocampo rimase sempre attivo nell'ambiente musicale della città sia come produttore che come musicista, formando tra l'altro i Medications.
Da qualche anno Ocampo ha messo in pausa i Medications e con l'irrequietezza artistica che lo contraddistingue ha formato i the EFFECTS, pubblicando alcuni singoli e l'album Eyes to the Light (sempre per la Dischord Records), risalente ad un anno fa. Come i Faraquet anche questa nuova band si presenta in una veste di trio, questa volta in collaborazione con Matt Dowling (dei Deleted Scenes) al basso e David Rich (ex Buildings) alla batteria. Ancor più che con i Medications, Ocampo sembra qui riprendere il discorso interrotto con i Faraquet, anche se con uno sguardo volto leggermente all'accessibilità. Usare questo termine pare esagerato e rischioso quando ci si trova di fronte ai riff taglienti della chitarra di Ocampo che si aggrovigliano uno sopra l'altro oppure alle continue evoluzioni ritmiche che completano l'ininterrotto fragore frenetico prodotto.
Eppure, tra le cervellotiche trame math rock e tra gli algidi mosaici alla King Crimson,
compaiono inaspettati squarci melodici e lineari, come se questo fosse il gioco o l'obiettivo della band: spiazzare rimanendo però fedele ad un'estetica prog hardcore che pulsa costantemente energia, anche nei pezzi di maggior immediatezza come Set It Off e Anchors Aweigh. Ma il lavoro meticoloso dei the EFFECTS nel proporre un'etica rigorosa di costruzioni strumentali che abbinano tecnica e sentimento pare proprio più vicino al serioso approccio del prog che non alla furia destrutturata del post hardcore. Un gran disco da recuperare.
www.the-effects.com
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