martedì 3 gennaio 2023

Perfect - Perfect (2022)


Tra le gemme nascoste del 2022 si è insinuato in extremis questo fantastico album d'esordio dei Perfect. Il gruppo è originario di Akron, Ohio e comprende nella sua line-up sei elementi - Sam Holik (basso, chitarra), Jake Ross (batteria), Sam Colgrove - (basso, chitarra), Ian Palmerton (voce), Michael Weber (tastiere, percussioni) e Eric Perez (sassofono alto e tenore, chitarra, voce) - cioè la giusta miscela per dare corpo ad un sound copioso di idee, ricco nella forma e nella sostanza. Con appena cinque tracce per trentacinque minuti di durata, Perfect ha il pregio di rappresentare un piccolo compendio esaustivo di molteplici aspetti del progressive rock moderno e passato, talmente denso che l'imprevedibilità dei brani non riguarda solo le deviazioni tematiche ma soprattutto quelle stilistiche. Math rock, fusion, metal, hardcore, Canterbury, RIO, sono tutti generi smantellati in varie schegge che vengono ricompattate e ricostruite in una rilettura personale che fa uso delle correnti contemporanee in cui il prog si è sviluppato.

Survival Tarts ad esempio salta con agilità dentro passaggi più disparati, percorrendo zeuhl, cacofonie jazz-core, funk fusion e noise rock. Il copione della multitematicità  è praticamente presente ovunque ed è il minimo comune denominatore che sta alle fondamenta di ogni pezzo, ma in ognuno si troverà una differente strada per sviluppare gli arrangiamenti. Car Painted on Sky si apre con un tema vagamente bossa nova ma incalzato da germi di dissonanze elettroniche per rendere il tutto settato in funzione delle frenetiche sezioni a seguire, le quali si mescolano tra ritmiche caraibiche e contrappunti elaborati di chitarra e basso, attraversando un arco di timbriche che vanno dall'acido allo psichedelico.

Crescent ha quasi le caratteristiche di un'improvvisazione crimsoniana infarcita di sax minacciosi e fratture metal ma, come detto prima, il pezzo viaggia sulle stesse coordinate di improvvisi e repentini cambi di stile abbracciando una sezione avant-garde e poi una parte di dark jazz con groove di basso e assolo di sax, per tornare infine con veemenza ad una variazione jazz-core distorta e dissonante. External Faith Hardware, a livello di primo impatto, è il brano più avventuroso grazie ad una sostenuta ritmica funk/math rock ed una mescolanza timbrica di chitarra e sax che ricorda molto i King Crimson, ma comunque sommersa dalla vivacità dell'impianto strumentale che va ad incastonarsi nelle evoluzioni prog jazz di marca Mars Volta. Un intermezzo astratto e aleatorio interrompe la cavalcata, ricollegandosi poi ad un finale dove si susseguono vari frammenti di furiosi assalti, calme oasi space rock e propulsivi tribalismi percussivi. 

...Creation to Implosion è l'epitome dell'estetica dell'album nella quale ogni strumentista fa sfoggio della propria destrezza. Rifacendosi alla fusion degli anni '70, quando questa prendeva in prestito elementi disco, i Perfect rielaborano la materia avvalendosi della loro propensione all'avanguardia, riuscendo a spaziare dentro la stessa area di coordinate distanti che orbitano dalla "space disco" degli Utopia di Todd Rundgren alle cose più ardite prodotte dai Matching Mole. Questo per dire che Perfect è un calderone di urgenza espressiva che vuole mettere alla prova le possibilità date dal progressive rock in tutte le sue estensioni. Azzardando comunque un quadro di incasellamento, la dimensione prog jazz dei Perfect, che si sposa con l'avanguardia, è simile a quella che oggi hanno popolarizzato i black midi, ma qui viene affrontata con una verve ancora più sperimentale e viscerale, mentre l'attitudine post prog si riconcilia con l'impeto e la versatilità dei The Mars Volta, però declinati maggiormente sul versante progressive piuttosto che su quello post hardcore. Quindi se siete dei fan di questa tipologia di prog, certo non per tutti, Perfect è un disco da ascoltare assolutamente.

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