E' riconosciuto statisticamente come il pop ricopra il ruolo di primo piano tra i generi musicali, non a caso diminutivo di "popular", quindi si può dedurre quanto sia più semplice per una band che ricade in tali dettami arrivare al pubblico in modo immediato. Eppure è buffo constatare il fatto che appena qualcuno cerca di rendere il pop più avventuroso, anche in maniera lieve e non traumatica, ecco che immediatamente l'ascoltatore ne prende le distanze. I Dutch Uncles ricadono proprio in questa categoria, una band che nella sua carriera quasi quindicennale ha da sempre trattato il pop come una materia non vacua e sciocca, ma intelligente e stimolante, quindi di conseguenza relegati a mero culto.
Ad esempio, in questi sei anni di silenzio che sono intercorsi da Big Balloon a True Entertainment non credo che in molti si fossero accorti della loro lunga assenza dalle scene. Ed è un peccato poiché i Dutch Uncles meriterebbero di più. Come altre band tipo Field Music, Outfit (entrambi compagni d'etichetta guarda caso) e Everything Everything, fanno parte di quella schiera di intellettuali del pop in cui il prefisso "art" non è mai stato così pertinente e che in passato fu ben rappresentata dagli XTC.
Con True Entertainment il quartetto di Manchester torna un po' al suo periodo intermedio (quello di Cadenza e Out of Touch in the Wild), lasciando le pulsioni math funk rock di Big Balloon in favore di trame guidate da elettronica, tastiere, synth e sequencers, dedicandosi a schemi compositivi che seguono i modelli del minimalismo e della reiterazione. L'album appare così molto immerso nelle tipologie della new wave anni '80, ma potete stare certi che i Dutch Uncles non lo fanno per cavalcare la moda del momento, dato che già erano su tale traiettoria fin dagli esordi, prima che tutto ciò fosse di tendenza. In quest'ottica l'album, in alcuni episodi come il singolo Tropigala (2 to 5), si rivela un po' troppo diretto e privo di quelle idee stimolanti che fluttuano sottotraccia per aggiungere propulsione e anima ai pezzi. Comunque rimangono ancora capaci di regalare un buon mix di pop ed esotismo post wave che li rende sempre riconoscibili e con una propria personalità.
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