Il quartetto dei Gnarbot, formato da Zach LoPresti (chitarra), Rodrigo Pichardo (basso), Chris Paprota (batteria) e Zack Smith (chitarra, voce), anche se comprende musicisti provenienti da altri progetti, è relativamente giovane come formazione, avendo preso avvio nel 2017. Fino ad ora infatti gli Gnarbot hanno avuto il tempo di realizzare due EP, l'ultimo dei quali registrato dal vivo in una sessione in studio con materiale originale. Origin è quindi da considerarsi il loro esordio vero e proprio. L'album spazia da ciò che la band aveva prodotto sinora, cioè fusion strumentale ad alto tasso di virtuosismo da parte di tutti i membri, e alcuni brani cantati che proseguono sulla scia del jazz rock progressivo.
Origin naturalmente ingloba tutto ciò di cui attualmente si nutrono le jam band di questo tipo, il che include prog, metal, math rock e funk. Nei riff sincopati di Blammo e Candyland Invasion ad esempio, siamo dalle parti degli Animals As Leaders, ma molto meno djent metal e molto più fusion prog. Gli Gnarbot in questo sono molto vicini al jazz elettrico chitarristico di ultima generazione, con qualche debito ad Allan Holdsworth su FistCake e sul versante più sperimentale di ArmDeath verso i poco noti Lye By Mistake. L'aggiunta del cantato si consolida nel gusto per la combinazione di stili alla Thank You Scientist, in particolare con lo space rock connesso all'elettronica in Cheebot o nel lento crescendo soul metal fusion in Steadily Reshaping. Origin risulta così un album godibilmente vario che sa farsi riconoscere in un settore stilistico ormai saturo di proposte come la fusion prog.
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