Per almeno quattro anni gli Overgrow sono stati il mezzo di espressione musicale del chitarrista e cantante Jake Ciccotelli e solamente l'anno scorso, dopo tre EP, è arrivato a pubblicare il primo bellissimo album Walls of Mirrors. Fino ad allora tutto il materiale degli Overgrow era uscito esclusivamente dalla penna di Ciccotelli, ma sul finire delle sessioni di registrazione per Walls of Mirrors gli Overgrow sono diventati una vera e propria band con l'ingresso di Alex Miller (chitarra), Pat Smith (basso) e Trevor Hancock (batteria).
This All Will End segna per gli Overgrow la prima raccolta di canzoni frutto della collaborazione collettiva di tutti i membri che, in un certo senso, hanno spinto Ciccotelli ad osare e uscire dalla propria comfort zone sonora, indirizzandolo su territori più concreti, diretti e rabbiosi. In solitaria il frontman era stato attento nell'esprimere la propria poetica emo in modo costantemente malinconico, ma ammantato da un rigore post rock proteso verso grandi spazi austeramente maestosi e gotici. Ciò si manifestava non nei classici crescendo, ma nel lirismo dell'inquietudine che Ciccotelli aveva sempre utilizzato come catalizzatore melodrammatico.
In questi quattro nuovi appassionanti brani la sostanza di quelle esperienze ha configurato il terreno ideale come trampolino di lancio per aggiungere sentimenti più accesi e concitati, che la neonata line-up ha contribuito a tirare fuori, tipo nell'introduttiva I'll Ruin Everything That I See, la quale nel suo assalto emozionale sfiora quasi il post hardcore e si candida a brano più aggressivo del gruppo. Gli Overgrow mai come adesso si muovono in contrasti tra timbri evocativi e slanci energicamente passionali, sottolineati dalla strumentazione che riverbera sotto una coltre di impasti avvolgenti, punteggiati dalla stessa intensità con la quale vengono allestiti i brani.
Nowhere Without You è un altro struggente capolavoro generato da questi equilibri, che entrano ancor più in contrapposizione su When You're Not Around, prima in forma di nostalgica ballata poi nella sicura fierezza manifestata nel chorus. Il senso di placido abbandono generato dalla title-track, che chiude l'EP in modo acustico e sommesso, sembra qui quasi fuori dal contesto, ma non fa altro che suggellare il trasporto emotivo della tempesta appena passata. In breve, un EP magnifico, dettato da una sensibilità lirica e musicale che oggi non molti possiedono e che gli Overgrow infondono con sincerità e passione.
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