Un singolare ottetto questo dei Big Fat Meanies, con tanto di sezione fiati (clarinetto basso, tromba e trombone) abbinata alla classica line-up rock più la voce della cantante Brenna Diehl, si propone di unire il pop punk dei Paramore al prog hardcore di ultima generazione seguendo le orme, come sound allargato, dei Thank You Scientist. Il primo album The Time Has Come... (2017) era più lontano da questa descrizione, deviando anche su binari ska punk e AOR, ma è con l'ultimo EP Big Hands che si sono spostati più propriamente su dinamiche prog.
Il trio Black Orchid Empire ha da sempre abbracciato uno stile metal-djent con qualche inflessione prog, ma sempre molto asciutto e diretto nelle sue strutture. Con il terzo album Tempus Veritas tale formula arriva a compimento in una cristallizzazione di rock aggressivo ma melodico, con riff pesanti che riprendono tanto da Meshuggah quanto da Tool e Karnivool.
Un power duo formato dal chitarrista Ben Sharp (aka Cloudkicker) e dal batterista dei Gospel Vinnie Roseboom ha partorito un breve EP d'esordio con solo tre tracce sotto il nome di The Supervoid Choral Ensemble. Il risultato dell'incontro è un ruvido math metal che privilegia tessiture di groove space-doom invece che assoli fusion.
Scoperti con una decina di anni di ritardo, gli Emma Ate the Lion sono un quartetto di Boston che ha all'attivo solo questo album e un EP e ormai dal 2013 non hanno fatto più uscire nulla. Il mix che mettono sul tavolo in Songs Two Count Too è di base art pop, ma impreziosito da una scoppiettante verve di stili che lo rendono dinamico e peculiare, come math rock, jazz, prog rock e emocore.
L'EP Toothache dei BINGE segna il ritorno sulle scene dell'ex batterista degli Oceansize Mark Heron in coppia con il chitarrista Rob Sewell. Al di là di essere stato parte in causa dello scioglimento di una delle band più clamorose degli ultimi trent'anni, se consideriamo solo l'aspetto artistico e di performer, in questo EP strumentale di heavy math rock Heron ci ricorda quale incredibile e talentuoso strumentista sia. Il batterista più dotato della sua generazione.
A quanto pare nella comunità prog il nome Good NightOwl è noto già da tempo. In pratica si tratta di un progetto semi casalingo del musicista Daniel Lewis Cupps nel quale si occupa di tutto (produzione, mix, programmazione e composizione) e che ha all'attivo una discreta ed eclettica quantità di album (Capital appena uscito è il suo diciassettesimo). Se vi incuriosisce vale la pena andarseli ad ascoltare, dato che in ognuno vi si trova una differente prospettiva espansa tra generi art pop, math rock, elettronica.
Gruppo finlandese che con Chrysalis arrivano alla seconda prova, i POLYMOON suonano uno psych prog condito da suggestioni space e garage, ma la loro particolarità è di creare impasti saturi di distorsioni e di eterei riverberi per dare vita ad un'aura da dreamgaze.
Una ragazza che suona un suggestivo shoegaze psichedelico, questo è tutto ciò che so dei BOSSES.
Nessun commento:
Posta un commento