Con un esordio indipendente risalente al 2018 e lodato anche da Hayley Williams dei Paramore, i Pool Kids tornano con un secondo omonimo album che si appresta ad essere un lavoro ancora più maturo e ben calibrato nell'applicare all'indie pop elementi di emo e math rock.
Horizon è il potente album d'esordio del trio di Seattle Museum Of Light, un concentrato di riff post rock e stoner forse non troppo inclini alle variazioni, ma piuttosto al consolidamento delle rocciose atmosfere imposte dal muro sonoro edificato dagli strumenti.
Ho notato il nome degli Art Thief perché hanno accompagnato in qualche concerto come gruppo spalla i Thank You Scientist. Lo stile si allontana dal prog metal di questi ultimi, però è in consonanza con le deviazioni rock fusion virtuosistiche contaminate con generi come R&B e neo soul alla Hiatus Kaiyote e Snarky Puppy, aggiungendo un pizzico di estro folle alla Primus e Frank Zappa. Tough Crowd è il primo album di questo collettivo messo insieme da Smith che conta Joe Spinelli, Jeremy Truitt e Bryan Kopchak (batteria), Andrew Jordan e Damien Jackson (chitarra), Bryan Ponton (piano), Steve Frieder (fiati), Daniel Frankhuzien (violoncello), Aubrey Haddard e Julia Green (voce).
Rohan Sharma è un giovanissimo tastierista australiano il quale con il moniker RO1 produce la propria musica che somiglia molto a prog fusion sotto steroidi alla maniera degli Arch Echo ed è un po' come se il gusto chitarristico di Plini per le melodie djent si fosse trasferito alle tastiere. Ma ovviamente su Errorist non mancano assoli di chitarra eseguiti da ospiti assortiti.
Un altro nome nuovissimo sono i Manor Gates che con l'EP Nothing Changes Except What Has To si vanno a collocare tra le tante proposte emo/math rock, ma con una buona personalità.
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