martedì 16 giugno 2020

Ebonivory - The Long Dream I (2020)


Se siete ancora dopo molti anni alla ricerca di nuove leve provenienti dalla scena progressive rock australiana, quindi di conseguenza molto influenzata dall'aspetto metal e post hardcore, gli Ebonivory possono riempire quella voglia di aggiungere qualcosa alla già ricca proposta.

Dopo due EP (Ebonivory I, 2014 - Ebonivory II, 2016) e un album (The Only Constant, 2015), il nuovo The Long Dream I, pubblicato il 5 giugno, appare come un'opera che si presenta ambiziosa nello svolgimento, ovvero un concept che sarà suddiviso in due parti e incentrato sui ricordi famigliari dell'adolescenza del cantante Charlie Powlett, il quale ha fondato il gruppo nel 2014 ed in seguito si è affiancato agli amici chitarristi Jake Ewings e Louis Edwards, al bassista Connor McMillan e al batterista David Parkes. The Long Dream I è interamente autoprodotto ed è stato masterizzato dall'ormai presenza fissa nelle produzioni australiane di questo tipo Forrester Savell.

A differenza dei loro conterranei nel trovare un sound metal che li possa contraddistinguere, ma che comunque rimane ancorato ai dettami classici del genere, gli Ebonivory possiedono un'impronta stilistica molto statunitense nel preservare la linea che unisce progressive rock e post hardcore, aggiungendo una componente di epic metal alla formula. Il ricorso a sfumature djent e a ritmiche estremamente elaborate, molto evidente e prominente nell'interplay tra basso e batteria, richiama con forza gli stilemi di quella scuola, che nel tempo si è definita come experimental post hardcore o come sua deviazione nello swancore. Il risultato è un mix tra il tecnicismo melodico e hardcore degli Eidola e il power prog metal dei Caligula's Horse. Proprio per questo ad un orecchio smaliziato e ormai avvezzo a tali sonorità, gli Ebonivory forse non susciteranno un grande impatto.

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