Notes from the Edge of the Week #8
- I chitarristi Joshua De La Victoria e Joseph Anidjar hanno iniziato a collaborare ad un progetto congiunto nell'agosto 2021, lavorando separatamente a distanza. Dopo due anni il risultato sono le nove tracce di raffinato rock progressivo strumentale (e non) che compongono l'album Buy High a nome Portraits, confezionate in un involucro compatto, esse riescono a miscelare math rock, fusion, new age, djent e prog. Con l'aiuto della sezione ritmica degli Intervals, Jacob Umansky (basso) e Troy Wright (batteria), i due musicisti scrivono un piccolo capolavoro di equilibrio e dinamica con delle tracce in cui fanno convivere delicate suggestioni e complicati rompicapo poliritmici soft metal, senza mai sfociare negli aspetti più brutali e aggressivi del djent. Le uniche due canzoni con ospiti vocali, la title-track e Sell Low (con Michael Lessard dei The Contortionist), rispettano piuttosto bene la suddetta dicotomia di cui vive Buy High.
- Poi ci sono loro, gli Arch Echo, ormai un nome di garanzia abbastanza noto nel panorama prog fusion, tanto che, arrivati al terzo album con Final Pitch, si sono concessi le ospitate di Jordan Rudess, Adrián Terrazas-González e l'artwork di copertina realizzato da Hugh Syme (noto per il suo connubio con i Rush). Final Pitch però nulla aggiunge o toglie a quanto già fatto dal quintetto, riproponendo il solito mappazzone prog, fusion, synthwave pompatissimo, se possibile in modo meno brillante dei suoi due predecessori. Resta comunque una giostra di virtuosismo ed evoluzioni che molti si sognano.
- Il chitarrista filippino Gabba Santiago proviene invece da un background differente. Attivo in coppia fin dal 2010 con il batterista Christer de Guia nel duo Degs and Gabba, conosciuto anche come Tom's Story, è stato influenzato da Taking Back Sunday e Circa Survive ed esordisce ora come solista con il disco Recollections. Nella sua musica strumentale non c'è quindi un'accentuata impronta fusion ma, date le premesse, uno spiccato senso per la tecnica math rock e atmosfere emo. Anche in questo caso l'insolito mix crea un lavoro ispirato e ben allestito.
- Michael Astley-Brown è un altro chitarrista, questa volta inglese, che con il suo progetto Maebe pubblica il secondo album Rebirth. Relive. Repeat. Anche Maebe si muove in territori di confine, pur avendo nel suo DNA delle tracce di prog fusion la direzione si inclina maggiormente verso post rock, math rock e emo, a tratti in stile Strawberry Girls.
- Omhouse è una piccola band canadese che alcuni anni fa avevo segnalato grazie ad un gran bel disco di art pop dal titolo Eye to Eye risalente al 2018, stilisticamente vicino allo spirito non conformista degli XTC e di Andy Partridge. Il suo successore Time in Dreaming è un lavoro dal carattere ancora più gentile e pastorale, nella stessa lunghezza d'onda dei The Blue Nile, con canzoni all'apparenza semplici ma mai banali, le quali, pur mantenendo una connotazione pop rock, si possono gustare meglio dedicandogli la giusta attenzione.
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