martedì 1 giugno 2021

Altprogcore June discoveries

 
Mi ci è voluto del tempo per scoprire i Tally Hall, ma alla fine ci sono arrivato. Nati nell'ormai lontano 2002 dall'unione di Rob Cantor, Andrew Horowitz, Ross Federman, Joe Hawley e Zubin Sedghi, i Tally Hall hanno realizzato solo due album ufficiali, Marvin’s Mechanical Museum (2005) e Good and Evil (2011), per poi entrare in una pausa indefinita. Tra i due album il primo è sicuramente quello meglio riuscito e quello che cattura uno spirito power pop iconoclasta, dove ogni brano rappresenta una faccia differente del genere, affrontato con un piglio prog che mescola cambi inaspettati, polifonie vocali e trame imprevedibili. Come Jellyfish e XTC, i Tally Hall scrivono canzoni con arrangiamenti sontuosi e barocchi mischiando musical, pop punk, funk e vaudeville con testi ironici e acuti. Alcuni membri hanno continuato a scrivere e produrre musica per conto proprio, senza però abbracciare una tale eterogeneità compositiva.

 
 
NOE è il nuovo progetto del chitarrista Nick Llerandi il quale, dopo l'esperienza del notevole gruppo metal fusion Stimpy Lockjaw, torna a lavorare con il batterista Jerad Lippi che insieme a lui faceva parte degli Ever Forthright, ed infine con il bassista Sam Minai. Il primo omonimo EP del trio riprende quelle coordinate complesse di prog fusion e metal che era prerogativa degli Stimpy Lockjaw, ma con un'attitudine meno cupa.
 
 
 
Voronoi è un trio strumentale inglese formato da Aleks Podraza (tastiere), Sam Quintana (basso) e Tom Higham (batteria). The Last Three Seconds è il loro album d'esordio che si concentra in un jazz rock pianistico molto dark e psichedelico che trae linfa anche da altri generi di confine come math rock, post rock e prog.
 


Titolari di soli due album, i Capillary Action su So Embarrassing (2008) e Capsized (2011) hanno affrontato un avant-garde rock ambizioso, che fonde il gusto sperimentale per gli arrangiamenti orchestrali, allargati ad un'attitudine punk e schemi quasi da Rock in Opposition che incontra l'anarchia sonora e non convenzionale di Dirty Projectors e Mr. Bungle. Non a caso il gruppo si è formato all'Oberlin College da musicisti preparati, sotto la guida dell'unico membro costante Jonathan Pfeffer.
 
 
 
Una deliziosa band di math rock-RnB, i luminism con il secondo EP east coast emo prendono come insegnamento la nuova contaminazione del genere, portata avanti da Ben Rosett e Eternity Forever, con l'aggiunta di pop e ritmiche programmate che non stonano affatto accanto agli intricati arpeggi sui quali si fondano le canzoni.
 
 
 
I Sun Colored Chair sono un trio strumentale dai connotati math rock, ma che declinano il genere con una metodologia da jam band, dove ogni frammento della struttura sembra scaturito da un'improvvisazione. Nel loro secondo album Seated si trovano schegge di Echolyn, Genesis, Phish e Gentle Giant, indizi che mostrano la versatilità nel riversare molte idee in un brano solo.
 
 
 
Bryan Away è lo pseudonimo utilizzato da Elliot Korte, il quale fin da ragazzino si è confrontato in modo autonomo con le registrazioni casalinghe della propria musica. The Educated Youth è il suo primo album risalente al 2016 e a luglio uscirà il suo secondo lavoro dal titolo Canyons to Sawdust dal quale è tratto l'ottimo singolo The Lake. Lo stile di Korte è un cantautorato acustico che fonde suggestioni dei Crosby, Stills and Nash nelle melodie delicate e negli arrangiamenti polifonici, sempre però con una particolare attenzione nel mantenere la composizione fuori dai soliti schemi folk, contaminandola con influenze provenienti da prog, jazz e art pop.
 

 

Avevo citato fuggevolmente gli Adventurer nello speciale swancore di aprile, senza però averli inclusi in quell'antologia poiché ancora non era uscito il loro imminente album. Pacifica, seconda opera del trio di Detroit, è ora disponibile e si dipana in tracce molto adrenaliniche tra math rock e post hardcore, fondendo la furia dei The Fall of Troy, la melodia dei Dance Gavin Dance e il potere della sintesi degli Hail the Sun.

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