venerdì 25 giugno 2021

Scale the Summit - Subjects (2021)


Gli Scale the Summit arrivano al nuovo album Subjects dopo un periodo che definire turbolento sarebbe un eufemismo. Tutta la vicenda è ruotata attorno al chitarrista Chris Letchford, ovvero l'anima del progetto, il quale nel corso della propria carriera non si è creato una buona fama nell'ambiente a causa di continue accuse, da parte di ex membri che hanno lavorato con lui, riguardo compensi non pagati. La questione prese una piega imbarazzante alla fine del 2016, quando Letchford fu abbandonato dai suoi musicisti e ne nacque una vera e propria controversia che si consumò attraverso i social e quindi sotto gli occhi di tutti, nella quale intervenne a rincarare la dose pure l'ex bassista Jordan Eberhardt (oggi nei The Contortionist). Alla vigilia dell'album In A World Of Fear (2017) Letchford reclutò quindi in tutta fretta Charlie Engen (batteria) e Kilian Duarte (basso) che sono rimasti attualmente in formazione. Al di là del dramma dietro le quinte, l'accoglienza riservata a In A World Of Fear risultò abbastanza fredda, considerato inoltre che il materiale contenuto non era particolarmente brillante. 
 
Considerate le sciagurate premesse, il nuovo album Subjects per come si presenta ha tutte le caratteristiche di un lavoro pensato e progettato con la volontà di rifarsi una verginità. Nonostante la sua fama, si deve comunque ammettere che Letchford sia riuscito nel tempo ad inserire come ospiti nei suoi album sempre ottimi musicisti, ma questa volta è voluto andare oltre. La ripartenza infatti è segnata dal primo album degli Scale the Summit cantato dall'inizio alla fine (comunque esiste anche la versione strumentale) e ogni brano vede la partecipazione di un cantante differente. Naturalmente Letchford non si è accontentato di qualche nome anonimo, ma è andato a reclutare, tra gli altri, Ross Jennings (Haken), Courtney LaPlante (Spiritbox), Eric Emery (Skyharbor), Mike Semesky (Raunchy) e Joesph Secchiaroli (The Reign Of Kindo) ai quali ha fatto interpretare le sue evoluzioni prog fusion strumentali.
 
Dopo la débâcle che ha segnato In A World Of Fear tale scelta suona come un doppio messaggio: da una parte c'è Letchford che, nel coinvolgere tutti questi ospiti prestigiosi, vuole dimostrare di avere ancora una credibilità tra i suoi colleghi, dall'altra c'è la volontà di far rinascere gli Scale the Summit da uno stallo creativo che li aveva condotti ad un punto di non ritorno. Comunque ovviamente non c'è nulla di rivoluzionario, Subjects appare più che altro un tentativo di aggiungere, grazie all'intervento delle voci, una personalità maggiormente definita ed una consistenza più prominente a delle composizioni che altrimenti avrebbero rischiato, come in passato, di apparire non molto incisive ed essere facilmente dimenticabili, affondando nella marea di altre proposte simili. In definitiva Subjects è un buon album con momenti piacevoli che sfociano nel math rock (l'ottima Don't Mind Me), nel djent (A New Way) e nel prog metal melodico (Daggers and Cloak) e riesce nell'intento di non passare inosservato.

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