venerdì 11 giugno 2021

The Intersphere - Ritorno alle origini con S​.​o​.​b​.​p.

Quindici anni fa i The Intersphere facevano il loro debutto discografico con S​.​o​.​b​.​p., anche se per qualche tempo il primo album del gruppo è stato considerato interspheres><atmospheres, pubblicato quattro anni dopo nel 2010, tanto che fino ad oggi S​.​o​.​b​.​p. non era compreso neanche nella loro pagina Bandcamp, una lacuna a cui la band di Mannheim ha oggi posto rimedio e si spera che dia all'album un meritato nuovo slancio.

La storia di S​.​o​.​b​.​p. (acronimo di Small Ones Brain Pain) è un po' particolare. Come prima emanazione della band, l'album nasce sotto la sigla di Hesslers, prendendo in prestito il cognome del chitarrista e cantante Christoph Hessler, il quale aveva già scritto tutti i brani proponendoli poi a Moritz Müller (batteria), Thomas Zipner (chitarra) e Sebastian Wagner (basso), ovvero gli altri tre musicisti che si uniranno a lui nell'avventura The Intersphere e conosciuti alla Popakademie Baden-Württemberg, università ad indirizzo musicale di Mannheim. E' nel 2009 che gli Hasslers cambiano nome in The Intersphere, al fine di valorizzare il fatto di essere divenuti ormai un gruppo a tutti gli effetti e non un progetto solista di Hassler. Di conseguenza S​.​o​.​b​.​p. viene remixato, rimasterizzato e ripubblicato con il nuovo nome, diventando ufficialmente l'opera prima dei The Intersphere. 

L'anniversario e il suo approdo su Bandcamp costituiscono quindi una buona scusa per far scoprire (o riscoprire) questa perla di cui probabilmente si erano perse le tracce e anche forse dimenticata. Personalmente, dopo averli scoperti con The Grand Illusion e aver ripercorso tutta la loro discografia a ritroso, mi sono appassionato al sound dei The Intersphere e ho trovato in S​.​o​.​b​.​p. una maturità di scrittura e una capacità esecutiva che pochi altri possono vantare in sede di debutto. In seguito, già a partire dal secondo album, il gruppo ha raffinato ed arricchito i propri arrangiamenti, oltre che la compattezza strumentale, ma da una differente prospettiva S​.​o​.​b​.​p. ci mostra immediatamente un suono solido nel suo approccio più diretto, abrasivo e massiccio, senza tralasciare le improvvise esplosioni di melodia che tengono le composizioni in costante equilibrio tra accessibilità orecchiabile e impetuosità metallica. Un amalgama di tensione e ispirazione costanti che non accennano a calare per tutta la durata, non c'è una traccia fuori posto o debole. 
 
Ogni brano ha qualcosa da offrire: i riff killer in sapore di nu-metal di KOMA, Whispering e Please Lie che si infrangono con groove tra lo psichedelico e il post hardcore, la title-track che si frattura tra aggressività punk e inaspettate armonie cantabili, per non parlare poi delle tiratissime Trans-late e Winner?, che si destreggiano in un rock da arena per quanto mantengono alto il livello adrenalinico. In pratica il segreto che risiede nelle dinamiche, nel drumming perfetto di Müller, nella voce a volte roca a volte espressiva di Hessler, mentre si susseguono riff elettrici dallo spessore molto pronunciato, si rispecchia all'interno di canzoni che rappresentano le perfetta via di mezzo tra il metal alternativo e il rock radiofonico il che, visti i risultati eccellenti ottenuti con due pezzi come Crime e Don't Say a Word, non va letta affatto come un'accezione negativa. Per questo S​.​o​.​b​.​p. rimane il mio album preferito dei The Intersphere, riuscendo nell'impresa di cucire un pezzo epico dopo l'altro senza mai cedere a debolezze. Assolutamente da recuperare. 
 

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