domenica 2 dicembre 2018

Mae - Multisensory Aesthetic Experience (2018)


Se si eccettuano i tre EP dalla vena eclettica (m)oring, (a)fternoon, (e)vening, pubblicati a cavallo tra il 2009 e il 2010, era dal 2007 con Singularity che i Mae non producevano un full length, un album che dopo gli exploit dell'esordio Destination: Beautiful e del suo successore The Everglow aveva lasciato l'amaro in bocca. Rimasti in tre, dal quintetto originale, Dave Elkins, Zach Gehring e Jacob Marshall nel frattempo hanno ristampato il proprio catalogo in vinile come per prepararsi a questo ritorno (chi non fosse a conoscenza della storia dei Mae può leggere qui), e ripartono con un lavoro che per titolo sceglie di mettere il vero significato del loro acronimo, come a voler sottolineare un nuovo inizio.

Il tempo che è passato ha inciso sul materiale composto per Multisensory Aesthetic Experience in modi differenti. Se da una parte si può rilevare il fattore positivo che ha dato modo alla band di rinnovarsi, sperimentando nuove strade, dall'altra si deve constatare il non proprio favorevole risultato di ottenere un album dagli esiti altalenanti. L'originario pop emocore dei Mae comunque qui evolve e diviene una versione adulta e matura grazie ad una significativa attenzione sui suoni moderni, capaci di unire ambient ed elettricità nel riuscito singolo 5 Light Years o nella ballad psichedelica No Promises (10001001001100), ma anche invalidare di contro il pathos negli sviluppi che talvolta ampliano la durata dei pezzi in modo pleonastico (You Fall When You Hesitate, Our Love is a Painted Picture, A Race for Our Autonomy).

Dicevamo del tempo trascorso il quale dona un'impronta eterogenea tra pezzi dall'impronta più pop rock, tipo The Overview e Simple Words, o altri dagli arrangiamenti più ambiziosi come Kaleidoscope o esperimenti mai provati prima come la strumentale ouverture di sintetizzatori Flow che, posta in chiusura alla tracklist, sottolinea l'aura spaziale di pop futuristico che permea tutto l'album. Multisensory Aesthetic Experience possiede quindi quell'impostazione di opera dalla lunga gestazione a più riprese, frutto di un lavoro che si concentra su vari aspetti dell'estetica del gruppo, ma che non sempre riesce a soddisfare in modo compiuto le idee che stanno dietro ad ogni brano.





www.whatismae.com

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