Il secondo album dei Superlove follow:noise è un notevole salto in avanti rispetto al primo Colours, del quale focalizza e capitalizza le idee nell'assemblare l'essenza di elementi djent, electro pop e dance, tagliarne il superfluo e farli funzionare in un montaggio sorprendentemente conciso, coeso e brillante. Pur essendo solo un trio, la produzione risalta il suono bombastico e potente, valorizzando chorus da arena rock che ti si stampano in testa. Il modo in cui i Superlove oscillano nella dicotomia dei brani dà come una sensazione di personalità schizofrenica che si traduce in un "divertiamoci-a-fare-un-po'-i-cazzoni" durante la strofa e un "ok-ora-facciamo-sul-serio" durante il ritornello. Loro lo chiamano noise pop e anche hyper pop, ma è chiaro che la bilancia pende sulla seconda scelta. Dall'esperienza avuta con l'esplosione degli Sleep Token ho notato che non tutti sono inclini ad accettare accostamenti estremi di generi così diversificati quindi, se anche voi avete qualche dubbio o perplessità, prima di scartare a priori, provate subito il singolo Something Good oppure Change Your Mind e se non vi convincono allora lasciate perdere.
Non bazzicando assiduamente le parti dell'heavy metal conoscevo gli Avenged Sevenfold solo di nome. A convincermi ad ascoltare il loro nuovo album Life is But a Dream... è stato un commento nel gruppo dei The Dear Hunter che lo ha descritto come diverso da qualsiasi cosa fatta da loro, abbastanza strano e "proggy" e, continuando a leggerne in giro, si percepisce anche da parte dei fan di vecchia data la sorpresa e lo spaesamento causati da questa uscita, sia in senso positivo che in quello negativo. In effetti Life is But a Dream... non lascia certo indifferenti: gli Avenged Sevenfold si sono spinti al massimo delle proprie possibilità mettendo sul piatto un lavoro coraggioso e ardito, non tanto per la commistione tra generi ma per il fatto di sezionarli e decontestualizzarli in una cornice comune che all'apparenza li rigetterebbe. E gli Avenged Sevenfold lo fanno con le cose più improbabili, le rendono comunque credibili, passando dal caos del thrash metal a motivetti per canzoncine da anni '50 (Game Over), dal growl più infernale al musical colorato con una fantastica coda di piano fusion (Mattel). Ci sono frammenti robotici e industriali, altri estremamente melodici o talmente melensi da sfiorare la parodia. Messi nel contesto a parti invertite sembrano fuori posto o, se volete, una folle sintesi tra Voivod e Faith No More (Beautiful Morning è il riferimento più palese), eppure funziona e diverte, anche se talvolta il mood diventa un po' troppo cupo. Poi c'è la trilogia G, (O)rdinary e (D)eath che è un vero capolavoro di eterogeneità e dove gli Avenged Sevenfold abbandonano ogni freno fino ad arrivare dalle parti di Frank Zappa.
Se vi ricordate del chitarrista Martin Gonzalez e dei suoi Atomic Guava c'è la possibilità che sappiate anche chi siano gli Ok Goodnight, la sua band parallela formata insieme alla cantante Casey Lee Williams, che adesso si presenta alla seconda prova con The Fox and the Bird. Essendo un concept album ambientato nel regno animale, quasi ogni traccia ne prende il titolo e l'ispirazione, settando il carattere del pezzo in base al peculiare temperamento dell'animale protagonista. Il disco parte in modo acustico per poi avviarsi ad atmosfere sempre più inclinate verso il prog metal e prog fusion, con una varietà di scrittura e atmosfere encomiabile. Un disco che di sicuro merita attenzione nella abbondante scelta di proposte nel genere.
Il talento del tastierista Lars Fredrik Frøislie è tutt'altro che da mettere in dubbio, essendo già un'istituzione del prog scandinavo, grazie alla sua collaborazione con gruppi ormai leggendari come Tusmørke, White Willow e Wobbler. Ebbene, Frøislie ha esordito con Fire fortellinger, un album solista che è un monumento alla sua arte, contenente solo quattro pezzi che sono quanto di meglio possa produrre oggi il prog sinfonico. Nostalgici solo nei suoni, ma con una carica e un'inventiva multitematica da imprimere il giusto bilanciamento tra modernità e tradizione. Anche se non è giusto fare paragoni, lasciatevelo dire, Frøislie riesce da solo a volare anche più in alto dei suoi Wobbler.
Il nuovo KNOWER del duo Genevieve Artadi e Louis Cole, anche se è uscito venerdì, sarà disponibile per l'ascolto intero in tutte le piattaforme solo tra 4 o 6 mesi per il comprensibile motivo di capitalizzare il prodotto e al il momento potete averlo solo se acquistato su Bandcamp. Da parte mia posso anticiparvi che, se siete fan dei KNOWER e del loro scanzonato stile funk jazz con tocchi di pop e prog, questo album non vi deluderà. I pezzi sono come al solito trascinanti e le parti soliste sono assolutamente stellari, molto più avanzate ed evolute del precedente LIFE. Diciamo che KNOWER FOREVER sta a LIFE come la versione originale di Overtime tratta da quest'ultimo sta a quella "live-in-da-house" del video divenuto virale.
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