lunedì 23 maggio 2022

Coheed and Cambria - Vaxis II: A Window of the Waking Mind (2022)

 
 
Il rapporto con i Coheed and Cambria può essere frustrante, poiché nella loro carriera ormai ventennale sono passati da album brillanti e intuizioni ad alto potenziale ben esposte, ad altri in cui le loro doti vengono sopraffatte da ipertrofiche repliche di idee riciclate, appesantite da dimenticabili melodie.  Dopo il mezzo passo falso con The Color Before the Sun (2015), che per i Co&Ca era praticamente la prima raccolta di canzoni inedite slegata da qualsiasi contesto della saga "Amory Wars", Sanchez e soci nel 2018 hanno optato per un ritorno alla forma con Vaxis – Act I: The Unheavenly Creatures. Vaxis II: A Window of the Waking Mind, che sarebbe dovuto uscire il 27 maggio ma poi è slittato a giugno per il diffuso ritardo nella manufattura dei vinili (grazie Adele!), è il decimo album del gruppo e, come il titolo fa intuire, rappresenta il secondo capitolo di una nuova storia all'interno dell'ormai infinita saga sci-fi.

Questa volta però, al di là di qualsiasi giudizio e punto di vista si consideri, Vaxis II è il primo lavoro dei Coheed dopo molto tempo a provare e ad aggiungere qualcosa di nuovo nel loro universo sonoro e allo stesso tempo a rimanere fedele alla propria estetica. Non per questo però bisogna mettere le mani avanti e si dia per scontato che l'esperimento sia riuscito. A giudicare dall'intro solenne di The Embers Fire, pare attenderci un viaggio epico in un concept emo per emarginati, nella vena dei My Chemical Romance, ma Beautiful Loser e Comatose rientrano in piena modalità emocore/pop punk col marchio Co&Ca, ripresa più avanti anche da The Liars Club. Cadenzato da un ritmo moderato la prima, più propulsive le ultime due, ma fondamentalmente tutte e tre focalizzate nel dare una differente lettura di cosa significa per la band scrivere pezzi ad alto tasso di contagiosità. Un proposito o concetto, quello della maggiore semplificazione, che sembra essere al centro della direzione dell'album, dato che le prime 10 tracce non toccano mai e non vanno oltre i quattro minuti di durata.

Il timbro elettrico virulento che assume Shoulders è vicino all'industrial/nu metal e dona al brano un aspetto aggressivo, salvo poi tornare durante il chorus sui canoni cantabili alla Coheed. Con A Disappearing Act si ha il primo assaggio delle nuove contaminazioni portate in dote da Vaxis II, le quali vedono intento il gruppo a flirtare con il pop e il synthpop come mai fatto finora: ritmiche che sfiorano la dance, refrain tastieristici ballabili che si incontrano con cadenze da arena rock. L'esperimento continua su Love Murder One che appare come una articolata hard rock ballad con un groove ritmico killer, ma la vera sorpresa è l'uso dell'autotune da parte di Claudio Sanchez. Il principio si spinge al limite su Bad Man, che è un ibrido di electro rock e synthpop abbastanza dimenticabile.

Negli ultimi tre brani i Coheed riprendono il timone del loro spirito primario e, se con Ladders of Supremacy attivano la modalità "epic prog" grazie alla quale sembra essere tornati ai tempi del dark metal progressivo di Good Apollo, I'm Burning Star IV, la seguente Rise Naianasha (Cut the Cord) ne abbraccia la parte più melodica e anthemica. Il gran finale riservato dalla title-track spende la carta della grandiosità alternata alla pomposità, ponendo in sottofondo un'orchestra con fiati e archi che fanno da sfondo ad uno sviluppo multitematico dove si contrappongono marziali esplosioni elettriche e movimenti da colonna sonora. L'amalgama suona come qualcosa di mai provato nell'universo Coheed, forse la cosa più vicina che abbiano mai prodotto alla natura "cinematica" della loro saga . Il che suona strano che ci siano arrivati solo ora, per un gruppo che ha fatto della narrazione per immagini il proprio scopo stilistico. Tutto considerato Vaxis II ha dei buoni momenti, ma manca quella scintilla che possa far spiccare almeno due o tre brani per renderlo al pari delle loro migliori prove, ma va piuttosto ad attestarsi in un punto intermedio del loro repertorio.

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