sabato 4 settembre 2021

A Kew's Tag - Hephioz (2021)


Per il trio tedesco degli A Kew's Tag arrivare al terzo album in quasi dieci anni di carriera ha significato mettere in campo tutta la propria esperienza ed ambizione. Rimanendo fedeli alla loro peculiare estetica, che li ha visti fin dagli esordi con Double-Check When You Leave (2012) imboccare la strada di un pop rock impostato sulla virtuosa chitarra esclusivamente acustica di Johannes Weik, si sono evoluti in un più ricercato math prog alternativo su Silence of the Sirens (2015), il quale si avvicinava a quei territori hard prog sofisticati battuti da Agent Fresco e 22.

Dopo sei anni di duro lavoro Hephioz affina ancora di più lo stile degli A Kew's Tag, lo sviscera in molteplici direzioni e lo rende accostabile ad una gran varietà di prog alternativo odierno, ma allo stesso tempo si ritaglia uno spazio personale al suo interno. Partendo dalla storia, Hephioz è il nome dell'uccelo dal piumaggio di fuoco protagonista del concept album la cui parabola vuole essere una metafora sulle scelte della vita e sulla sopravvivanza. L'album è suddiviso in capitoli come un vero e proprio libro, mentre il cantante Julian Helms dà voce e vita ai vari personaggi.

L'introduttiva  ... T. R. U. T. H in solo minuto e quaranta alza l'asticella al massimo e questo minimo lasso di tempo ci basta per comprendere quanto siamo distanti dalle latitudini di Silence of the Sirens. I Kew's Tag si abbandonano più che mai all'aggressività del prog metal e lo utilizzano come un'arma di crescita e complessità esecutiva. Non che in passato non avessero dimostarato le loro abilità strumentali e possibilità compositive, ma in questo caso il gruppo si è posto di fronte una sfida ambiziosa dalla quale è uscito vincitore. Le tracce sono sottoposte a imprevedibili salti di atmosfera e cambi di direzioni e ciò aiuta Hephioz nell'essere un'opera variegata e scorrevole, che invita con curiosità l'ascoltatore a scoprire fino a che punto si possono spingere gli A Kew's Tag. Considerando ciò, gli ultimi due pezzi ... To Reveal a Grieving Goddess e Epilogue: The Firebird's Legacy valgono sicuramente il biglietto per la loro messa in atto di innumerevoli svolte e sfumature stilistiche che vanno dal chamber rock al metal più estremo.
 
La potenza sprigionata dalla chitarra di Weik in [Synopsis] o nell'attacco di Calling Nemesis, non ha nulla da invidiare ad una elettrica, dividendosi tra fraseggi e arpeggi veloci e pulitissimi (il che su una acustica non è scontato) e fragorose plettrate. Il termine "acoustic metal" non è assolutamente fuori luogo se si considera come i brani tipo la title-track o The Phi Oziris oscillano coerentemente dalle vette più heavy ad approdi da ballad acustica. Nell'insieme, a tenere saldamente la band a livelli convulsi e propulsivi di ritmica, ci pensa la batteria granitica di Florian Weik. La connessione ritmica tra chitarra e batteria è un altro elemento da non sottovalutare, che aiuta a forgiare un sound compatto e geometricamente preciso. Dopo Silence of the Sirens non mi aspettavo un salto qualitativo così deciso e l'innegabile crescita degli A Kew's Tag con Hephioz li inserisce, da outsider, tra le migliori uscite prog metal del 2021.

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