Nel momento in cui la pandemia ha colpito duramente nel 2020, il mondo della musica si è trovato nella situazione di reinventarsi un modo per sopravvivere alle inevitabili restrizioni, un fattore che ancora adesso sta continuando a limitare la possibilità degli show dal vivo. Il 12 dicembre scorso i Tesseract sono stati tra i primi ad organizzarsi per offrire al proprio pubblico un sontuoso spettacolo in streaming che potesse in qualche modo sopperire all’esibizione “in presenza”. E così PORTALS è stato pensato come un vero e proprio evento multimediale, un’esperienza inedita simile ad un concetto cinematografico di performance, dotata di un impressionante dispiegamento di mezzi scenografici, un impianto visivo suggestivo ed una esaustiva scaletta di brani che va a pescare il meglio della produzione del quintetto inglese.
Adesso PORTALS è disponibile in formato audio e video anche per chi a suo tempo non ha avuto l’occasione di partecipare allo streaming. Naturalmente, data la sua natura di live a distanza, PORTALS è più simile ad una prestazione in studio, considerando inoltre che l'impeccabile impegno produttivo, la resa cristallina e perfetta dei pezzi, quasi fa dimenticare che il tutto sia stato registrato in presa diretta, senza correzioni, aggiunte o “take” successivi. Il cantante Daniel Tompkins si conferma uno dei vocalist più professionali e versatili nel prog metal odierno, passando con grande naturalezza da stentorei vocalizzi melodici ad urla aggressive ed abrasive, ma mai esageratamente disturbanti. Le sue interpretazioni non hanno nulla da invidiare alle versioni in studio, compreso il suo approccio con il materiale di Altered State, l’album del 2013 in cui fu sostituito da Ashe O’Hara, anche se di tale confronto avevamo già avuto traccia nel live Odissey/Scala del 2015. Il resto del gruppo, pur deficitando della presenza del batterista Jay Postones che non si è potuto spostare in quanto residente in Texas e sostituito per l'occasione da Mike Malyan dei Monuments, offre una resa altrettanto fedele ed energica del materiale.
I Tesseract non corrispondono all’idea generalista che si può avere di prog metal, ma sono stati tra i pionieri della sua variante evoluta nel cosiddetto djent. Privilegiando quindi un connubio che si è fuso sempre più nel tempo con sonorità ambient e new age, la gestione delle dinamiche è diventata un punto cruciale per l’espressività che vuole trasmettere il gruppo. Ecco perché è bello ascoltare per la prima volta una resa dal vivo di una selezione di brani tratti da Polaris (anche se pesa l’assenza di Hexes), l’album più maturo e ricercato dal punto di vista sonico. Ma per i più affezionati ed ortodossi probabilmente i momenti salienti riguardano le varie sezioni di Concealing Fate (Parts 1-3), di Of Matter e di Of Energy, raggruppate e suonate ognuna come un’imponente suite che mostra tutta la potenza esecutiva del gruppo. Alla base risiede grande coesione e precisione, segno di un’intesa o alchimia verso un sound ormai rodato e a suo modo peculiare, che si dispiega al suo massimo nei classici Nocturne e Eden. Per questo la sfida di PORTALS è quella di rendere omogenea una quantità di materiale che il gruppo ha disseminato nell'arco di quattro album in studio e declinarla in una specie di narrazione coerente. Contestualizzando e valorizzando così anche pezzi all’apparenza meno fondamentali come Beneath My Skin / Mirror Image, King e Juno, tratti dall’ultimo non tanto convincente Sonder, con il risultato di trasformare un live che potrebbe fungere da perfetta compilation introduttiva, in una monolitica collezione che annulla le altalenanti divergenze qualitative e le ingloba all'interno di un’unica dimensione di eccellenza.