giovedì 3 giugno 2021

Introducing Marzi Nyman


A quanto pare il nome di Markus "Marzi" Nyman ‎è piuttosto conosciuto nella sua natia Finlandia, ma dubito che all'esterno dei confini patrii sia altrettanto popolare. Ad un primo impatto pare un folle a cui è stata data una chitarra per suonare un coacervo eclettico di art rock orchestrale. Ed in parte in effetti è così, ma se andiamo a controllare la storia del musicista scopriamo un curriculum di tutto rispetto. Inizialmente pianista, Nyman studia jazz a partire dal 1998 alla Sibelius Academy di Helsinki, dopo dieci anni decide di imbracciare la sei corde, suonando con vari ensemble e musicisti finlandesi, come la UMO Jazz Orchestra (con la quale ha pubblicato un EP con brani di Frank Zappa). Inoltre ha composto colonne sonore, diretto orchestre e nel 2003 è stato scelto come artista dell'anno dal festival Pori Jazz.

Ma quello che interessa a noi, dopo una doverosa e breve presentazione, è il Nyman solista, che nel 2006 forma un trio con il bassista Harri Rantanen e il batterista Anssi Nykänen con i quali pubblica il primo album a suo nome, intitolato semplicemente Marzi. In questo lavoro mostra le proprie doti di virtuoso dello strumento, ma anche la versatile vena compositore per partiture sinfoniche che si espande dal post rock, al jazz al prog, con qualche accenno a sperimentazione e ad arie orchestrali che prenderanno una forma più decisa e incisiva nel successivo Kelluva Katedraali, pubblicato addirittura dodici anni dopo l'esordio, nel 2018. L'eclettismo e il gusto per la musica trasversale che possa attraversare metal, folk, blues, rock da camera e da orchestra sono già racchiusi nell'infuocata traccia di apertura Vesi virtaa, un misto tra Frank Zappa, Steve Vai, Paul Gilbert e Devin Townsend. Il resto dell'album è una continua scoperta che devia e mischia le carte traccia dopo traccia, passando dal brillante art pop jazz di Olet sydämessäni al soul funk da big band di Rohkeat rakentajat, per arrivare al prog di Insomnia. In definitiva due album abbastanza differenti come concezione (e non poteva che essere così, dato il tempo intercorso tra i due) ma che vale la pena ascoltare.

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