mercoledì 24 febbraio 2021

Glass Lungs - Impermanence (2018)


Ci sono gruppi che nel proprio sound sintetizzano più delle parole le caratteristiche di determinati tratti distintivi nei quali si è consolidata l'evoluzione di un genere. Uno di questi è senza dubbio il sestetto di Brooklyn Glass Lungs che, con il loro album d'esordio Impermanence risalente ormai al 2018, hanno racchiuso molto efficacemente gli stilemi di quello che potremmo identificare come post prog. Denominazione come sempre vaga, ma ormai, anche se usassimo la più specifica classificazione "experimental post hardcore", si rischierebbe di essere fraintesi per come suona Impermanence. Tutto questo preambolo su un argomento che a molti non piace (l'incasellamento) è comunque necessario e importante per far comprendere come ormai il genere in questione, tra le cui fila si possono citare Circa Survive, Hail the Sun, Artifex Pereo, Eidola ed Emarosa prima maniera, abbia raggiunto una tale maturità ed emancipazione in termini di peculiarità formali, che si è potuto declinare in differenti prospettive.

I Glass Lungs, con l'apporto di tre chitarre che lavorano in sinergia, creano un tessuto sonoro elaborato, denso ed atmosferico che li avvicina alle soluzioni di math e post rock. Il sound di Impermanence, a tratti lisergico e malinconico, a tratti epicamente solenne, raccoglie molteplici influenze di ciò che è l'ala più soffice dell'emo prog hardcore, dato che si possono individuare paragoni con Tides of Man, HRVRD e Six Gallery. Non si può fare a meno di notare come gli strati strumentali nelle dinamiche dei Glass Lungs richiamino i parametri atmosferici del post rock, sopra i quali interviene la voce di Chad Henson. Alla fine Impermanence è un bel contenitore di soundscapes immaginifici con il bonus del canto e un ottimo esempio delle qualità espressive più sognanti scaturite e conseguite dall'experimantal post hardcore e, perchè no, anche dallo swan-core.

5 commenti:

Stefano ha detto...

Grazie per avermi fatto scoprire quest'album. Volevo farti una domanda che non c'entra però con i Glass Lungs. Ho ascoltato di recente due band: i Moron Police e i Church of the Cosmic Skull. Se li conosci sapresti dirmi per favore che ne pensi?

Felipe Arenas ha detto...

Hi there Lorenzo. I've been following your blog for a long time. Since 2008 (maybe even before that). I never commented before, but I thought I should do it. Just wanted to say thank you really. Because of youy blog I've been able to discover many many awesome bands. Some of them I even had the chance to see live (before all this covid mess of course).

So please keep on doing what you are doing. And thanks again,

Cheers from Chile

Felipe

Lorenzo Barbagli ha detto...

Sì, li conosco entrambi ma non mi fanno impazzire. I Moron Police li conosco da un pezzo e a loro proposito ho sempre letto commenti entusiastici, ma personalmente quel modo di fare prog maestoso e pomposo come fosse un commento ad un musical non fa per me. Dei Church of the Cosmic Skull invece non mi entusiasma quel sapore retro da hippie prog anni 70.

Lorenzo Barbagli ha detto...

Hi Felipe, thank you so much for following the blog. I think 2008 is right as a date, because was the year I started.

Stefano ha detto...

Grazie per la tua opinione. Io in generale li trovo carini (ho apprezzato soprattutto l'ultimo album dei Moron Police) però ho trovato anch'io degli atteggiamenti un po' troppo pomposi in un caso e un po' troppo retro nell'altro che mi hanno fatto storcere un po' il naso. Forse più nella personalità delle due band che nella loro musica...